Primo Consumo “La Rai pronta a vietare la pubblicità sul gioco”

“La Rai si appresta a vietare le pubblicità sul gioco d’azzardo ma al contempo durante la partita Italia-Inghiterra manda spot sul gioco”. A denunciare l’accaduto è Primo Consumo, associazione di consumatori che in una nota sottolinea: “Evidente che l’industria del gioco controllata dallo Stato non riesce a proporre soluzioni di efficace educazione al consumo. La commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi che ha formulato parere sullo “schema di contratto di servizio tra il ministero dello sviluppo economico e la Rai-Radiotelevisione Italiana SpA per il triennio 2013-2015 “ha espresso “parere favorevole” sullo schema di contratto, ma con alcune condizioni. Tra queste c’è anche la richiesta di vietare gli spot sul gioco sulle emittenti Rai. Nuove norme e divieti in materia di pubblicità sui giochi, tra l’altro, dovrebbero essere introdotte con i decreti delegati della delega fiscale, anche grazie all’approvazione dell’emendamento Nencini, che espressamente chiese questo tipo di divieto e ancor di più lo fa nella proposta di legge che deve essere calendarizzata in Senato con n. 1338. Adesso, dopo la partita della nazionale, deputati della maggioranza si sperticano in interrogazioni sulla nefandezza della pubblicità dell’azzardo durante la partita ai mondiali di calcio. Il presidente di Primo Consumo a dieci anni dall’avvento del gioco controllato dallo Stato boccia l’Aams per la banalità della campagna “gioco responsabile”. L’assenza di un luogo di elaborazione di una politica industriale ha esacerbato le posizioni di quanti hanno interessi sulla materia per questo l’avv. Polizzi dal proprio osservatorio consumeristico del primo centro di ascolto nazionale “Game over – la dipendenza dal gioco non è un gioco” si associa alla richiesta della fondazione Unigioco per la costituzione di un tavolo a cui prendano parte non solo l’industria del gioco, compreso Aams, ma sopra tutto le associazioni dei cittadini e con queste si dia vita ad un organismo che sovraintenda la tutela dei soggetti più deboli e gli aspetti industriali del settore le cui dimensioni, in termini di aziende e operatori, occupano molte centinaia di migliaia di addetti”. rg/AGIMEG