Operazione “Game Over”: sequestrati a Bacchi e al suo nucleo familiare beni per oltre 4 milioni di euro

Le indagini sono partite dall’analisi di numerosi dialoghi intercettati nell’ambito delle attività investigative condotte sul mandamento mafioso di San Lorenzo, dai quali si evinceva chiaramente come Cosa nostra avesse riposto particolare interesse nel settore dei giochi, con particolare riferimento alle agenzie di scommesse e alle slot machine. Sono cosi’ emerse le figure di Benedetto Bacchi e Gerardo Orvieto Guagliardo, operatori del comparto dalle spiccate capacita’ imprenditoriali che, sfruttando la contiguita’ con autorevoli esponenti mafiosi, si sono contesi il mercato del gioco abusivo, ciascuno con il proprio circuito, con equilibri mutevoli in ragione dei rapporti di forza esistenti tra le diverse famiglie mafiose di riferimento. Per il periodo compreso tra febbraio e giugno del 2013, infatti, Orvieto e il socio Lo Bianco (arrestato oggi), forti dell’appoggio di una fazione della famiglia mafiosa di Partinico (Salvatore Coppola) vicina al reggente del mandamento di “Resuttana” (Giuseppe Fricano), erano riusciti ad imporre il proprio circuito (“Leaderbet”) sul territorio ricadente nella “giurisdizione” del mandamento a discapito di Bacchi e del socio Lo Baido (titolari del marchio “B2875”) che, invece, avevano monopolizzato l’area di San Lorenzo beneficiando dei buoni rapporti con la famiglia Biondino. Successivamente, l’ascesa di Francesco Nania, scarcerato nell’ottobre 2013, e Antonino Pizzo (arrestato oggi), considerati vertici della cosca di Partinico e molto vicini a Giuseppe Fricano di Resuttana, spostarono decisamente gli equilibri in favore di Bacchi. Sequestrati a Bacchi e al suo nucleo familiare beni per oltre 4 milioni di euro. Sigilli pure alle quote sociali e dell’intero patrimonio aziendale della Phoenix International Ltd, societa’ di diritto maltese con cui stanno tuttora operando alcune agenzie di Bacchi entrate in sanatoria, e le quasi 50 agenzie, distribuite su tutto il territorio nazionale, che operano con concessione Phoenix. lp/AGIMEG