New Addictions, avv. Sbordoni: “Il distanziometro non trova logica ed ha effetti negativi perché lascia spazio aperto anche all’illegale”

dai nostri inviati a Salerno – “Spesso giornali e televisioni parlano del gioco come il cancro del 3 millennio. Ma bisogna dare a tutto un giusto peso”, ha commentato Fabio Felici, moderatore della Tavola Rotonda sulle new addictions in corso all’Università di Salerno. “Ed una conseguenza di questa campagna contro il gioco – ha continuato Felici – è il distanziometro, il divieto cioè di installare apparecchi da gioco entro una certa distanza, che solitamente è di 500 metri, da luoghi considerati sensibili. Ma tra questi luoghi vengono inseriti non solo le scuole, le chiese, ma anche posti come palestre, centri medici, cimiteri”. “I regolamenti comunali hanno imposto il distanziometro avvalendosi di leggi regionali che gli consentono questa attività specifica, esercitando quella competenza concorrente sulla tutela della salute che le Regioni possono attuare a norma dell’art. 117 della Costituzione – ha commentato l’avv. Stefano Sbordoni, legale esperto di gioco -. A mio avviso questa tutela è stata un po’ abusata per la discriminazione che sta subendo il gioco. Si è lasciato libero spazio agli enti locali tanto da arrivare al distanziometro che non trova logica. Non contestiamo i principi a fronte dei quali si vuole cercare di rendere il gioco esente da rischi nella massima misura possibile, ma rendere illogico ciò che si vuole porre a baluardo di eventuali rischi, ha un effetto esattamente contrario. Non serve qualcuno che sia pro gioco o un operatore per capire che è totalmente privo di senso e quanto sia inutile e controproducente porre una regola di questo genere. Tra l’altro – ha concluso Sbordoni – un effetto negativo del distanziometro è quello che proibendo, creo uno spazio aperto che diventa terra di nessuno, nel quale si inserisce anche l’illegale o comunque, chi vuole giocare, non farà altro che farlo in altre sedi”. es/AGIMEG