Enada Rimini, La Torre (Evolution Gaming) “Casinò live ormai è prodotto di massa, le grandi aziende puntano sempre più su questo settore”

dal nostro inviato * Alla conferenza è intervenuto il Country Manager di Evolution Gaming, Gionata La Torre: “All’inizio non pensavo che si potessero certificare i casinò live in Italia, avevo dei dubbi, invece il nostro paese è stato il primo a certificare la piattaforma live. Anche se purtroppo in italia il casinò live è stato regolamentato in modo miope” ha dichiarato La Torre, per poi proseguire “Se il casinò live prima andava a completare un portafoglio casinò fatto anche di altri giochi e slot, adesso è diventato un must, quasi tutti gli operatori on line ce l’hanno. Evolution è partita per prima nel 2006, ora ci sono sempre più provider che lanciano la parte live. Vuol dire che la rivoluzione tecnologica è diventata di massa: ora il live è la normalità, non è piu la sorpresa, e questo modo di interagire con il gioco è arrivato ad essere una normalità”. La Torre ha poi parlato delle potenzialità del casinò live nei prossimi anni: “Abbiamo Lottomatica, Microgame e altri operatori internazionali come Star Casino che si appoggiano a noi. Le grandi aziende stanno puntando in massa su questo settore. Il mercato è pieno, credo non ci sia spazio per altri competitor. Ma è comunque possibile incrementare la spesa attraverso l’introduzione di nuovi giochi, oppure se tutti i table games dovessero diventare virtuali: su questo possiamo trovare il modo di salire di fatturato. Poi – ha aggiunto La Torre – abbiamo inserito il casinò live anche sull’ipad, e ne siamo molto contenti. In futuro poi, alcuni giocatori passeranno addirittura dal computer e dall’ipad al mobile. Già succede nelle mail, che vengono controllate più sul cellulare che sul pc, e succederà anche per il gioco. Infine, il futuro sarà fatto dal casinò da studio”. Il Country Manager di Evolution Gaming ha espresso il proprio parere sul lavoro di AAMS: “Sono contento del lavoro che sta svolgendo AAMS. Ma se un meccanismo diventa troppo complicato, rischia di bloccare l’innovazione. Per questo credo che ci debba essere la possibilità di riuscire ad armonizzare la certificazione, e fare in modo che quello che fa il certificatore x lo faccia anche il certificatore y senza ulteriori aggiunte e confusioni”. lb/AGIMEG