Giochi: Zucconi (Nomisma), “Forte consapevolezza tra i ragazzi sul fatto che il gioco possa dare luogo a dipendenza. E questo è un risultato importante”

E’ in corso a Bologna, presso la Sala Incontri di Nomisma la presentazione del primo approfondimento di Young Millennials Monitor, un osservatorio dedicato al monitoraggio di opinioni, competenze, comportamenti, stili di vita dei giovani dai 14 ai 19 anni. Il primo focus di Young Millennials Monitor è incentrato su “giovani e gioco d’azzardo: abitudini, motivazioni e approccio”. A parlarne è Silvia Zucconi, Coordinatore di Young Millennials Monitor Nomisma.

Nomisma torna ad occuparsi di gioco e giovani dopo circa sei anni dal primo rapporto. Perché un intervallo di tempo così lungo?

L’Osservatorio Gioco & Giovani Nomisma nasce nel 2009, mettendo a sistema le competenze di Nomisma sul settore. Gli obiettivi sono chiari: da un lato, monitorare le dimensioni del mercato dei giochi d’azzardo con vincite in denaro e, dall’altro, valutare i comportamenti di gioco nella popolazione italiana e soprattutto tra i giovani 16-19 anni. Oggi, con Gioco & Giovani 2015 – Young Millennials Monitor, l’Osservatorio presenta tre fattori innovativi. Innanzitutto l’analisi multi-disciplinare del fenomeno. Nomisma ha infatti avviato una collaborazione con l’Università di Bologna (Dipartimenti di “Scienze Economiche”, “Sociologia e Diritto dell’Economia” e “Scienze Mediche e Chirurgiche”) con l’obiettivo di analizzare tutte le dimensioni del fenomeno gioco. In secondo luogo, la disponibilità di una base informativa che per questa edizione è stata ampliata: l’indagine Nomisma ha riguardato l’analisi delle abitudini al gioco d’azzardo anche dei giovanissimi, ampliando l’analisi al target 14-19 anni. Il terzo elemento che contraddistingue il nuovo progetto Nomisma, riguarda l’identificazione di un metodo innovativo per la valutazione dell’approccio dei giovani al gioco: Young Millennials Monitor Nomisma propone un indicatore validato a livello internazionale che individua l’incidenza del gioco problematico tra i giovani.

Nella prima ricerca erano stati intervistati circa 8.000 giovani, nella successiva oltre 14.000. Quanto è importante in uno studio di questo tipo una partecipazione così alta?

Il target d’interesse delle indagini di Nomisma sono i giovani tra i 14 e i 19 anni, circa 2,5 milioni di ragazzi in Italia. Lavorare su un campione così ampio rappresenta un valore per l’accuratezza dei risultati, oltre che per la possibilità di condurre analisi per diversi gruppi d’interesse in relazione ai comportamenti di gioco (per area geografica, per tipologia di scuola frequentata, per sotto-gruppi di età).

La collaborazione con l’Università di Bologna e quindi un approccio multi-disciplinare quanto incide sulla validità e la completezza di una indagine

La multi-disciplinarietà di una ricerca di questo tipo conferisce un valore aggiunto notevole al progetto. Uno studio che vuole analizzare approccio, opinioni e comportamenti dei giovani adolescenti deve mettere in campo un team in grado di esprimere competenze – che vanno dalla sociologia all’economia – per toccare tutte le sfere dell’analisi. In particolare, Young Millennials Monitor Nomisma propone un indicatore validato a livello internazionale – SOGS-RA – che rappresenta uno strumento di screening adattato per misurare l’approccio al gioco d’azzardo e per valutare la quota di giovani affetti da forme pre-patologiche, il così detto gioco problematico. Un altro ambito è valutato tramite la proposizione di un indicatore “Kidscreen a 10 item” che identifica lo stato di salute e la qualità della vita degli studenti.

In questi anni il dibattito sul gioco d’azzardo si è fatto particolarmente acceso. Questa maggiore sensibilità sui possibili rischi legati alla diffusione del gioco ha secondo lei influenzato la percezione da parte degli intervistati?

L’indagine Nomisma evidenzia che vi è una forte consapevolezza tra i ragazzi sul fatto che il gioco possa dare luogo a dipendenza (lo pensa l’87% degli studenti). E questo è un risultato importante che non deve però far venir meno le attività di sensibilizzazione rivolte ai giovani. Ancora molto deve essere fatto per incrementare le conoscenze relative all’esistenza di divieti al gioco per i minorenni. Occorre inoltre considerare che il problem gambling, ossia la presenza di effetti negativi derivanti dal gioco tanto sulla sfera psico-emotiva (ansia, agitazione, perdita del controllo) quanto su quella delle relazioni (familiari, amicali e scolastiche), riguarda il 6% degli adolescenti. Occorre quindi mettere in campo strategia di informazione, tutela e protezione affinché la problematicità non si trasformi in dipendenza.

Il problema delle indagini di carattere sociologico è nella difficoltà di verificare la loro affidabilità con il rischio che, come nel caso del gioco d’azzardo, dati e numeri vengono utilizzati nei processi decisionali in alcuni casi in modo potremo dire improprio? Che ne pensa?

Nomisma individua il gioco problematico attraverso una survey su un campione rappresentativo di ragazzi. L’impostazione metodologica per definire il gioco patologico necessita di studi epidemiologici, con un’ impostazione differente. Gli spunti che il lavoro di Nomisma offre hanno però un chiaro intento: proporre una mappatura completa del fenomeno per descrivere il modello di comportamento legato al gioco d’azzardo tra i giovani. Un monitoraggio di tali dimensioni ha l’ambizione di rappresentare uno strumento conoscitivo per istituzioni, operatori del gioco, famiglie che se adeguatamente promosso può rappresentare un atto concreto nella direzione della responsabilità sociale.

Lei è stata coordinatrice anche del Gruppo di Lavoro dell’indagine del 2009. Quali sono i risultati a suo avviso più significativi di questa ultima ricerca?

Un dato su tutti: la propensione al gioco non è uniforme e varia per tipologia di gioco, genere e contesto sociale e familiare degli studenti. Vi sono alcuni fattori che incidono sulla propensione al gioco d’azzardo: innanzitutto il genere. L’incidenza del gioco d’azzardo è sensibilmente maggiore tra i ragazzi (63% rispetto al 43% delle ragazze). Ma anche l’area geografica, tipo di scuola frequentata e background familiare sono fattori incisivi nel determinare la propensione al gioco: Sud-Isole (64% dei giovani gioca vs il 43% al Nord), istituti tecnici e professionali (rispettivamente 60% e 59% vs 49% dei licei), famiglie in cui vi è un’abitudine al gioco (65% vs 10% in famiglie non giocatrici) sono alcune delle determinanti principali che definiscono l’identikit del giovane giocatore d’azzardo.

rg/AGIMEG