Giochi, Ughi (Pres. Obiettivo 2016) “Senza un accordo, le regioni e i comuni regolano ciò che lo Stato avrebbe invece di diritto”

dai nostri inviati a Salerno – “Le botteghe sono i locali che vendono giochi ai clienti che le frequentano. L’industria dei giochi parte quindi dal territorio, dalla conoscenza di quello che vuole il cliente che entra in una bottega di gioco. Da carta e penna – ha dichiarato Maurizio Ughi, presidente di Obiettivo 2016, intervenuto al convegno all’Università di Salerno – siamo arrivati ad una rete telematica e performante. Una delle migliori reti a livello mondiale nel settore del gioco. Bisogna vedere però se questo settore ha un futuro. Da mesi parliamo di un accordo Stato-Regioni, ma come si può fare un accordo in cui un soggetto è interessato a farlo e l’altro no? Da una parte regioni e comuni vogliono rappresentare i consensi della gente e di regola si sente solo quelli che urlano e magari i comuni pretendono cose nell’accordo che diventano sempre più difficili da accordare. A volte ci sono anche cose che razionalmente sono prive di senso. Quindi o lo Stato è dominante su queste cose e rivendica il monopolio che ha o abdica questo titolo e lo lascia agli enti periferici che spesso hanno solo l’interesse a portare avanti consensi populistici”. “Ma in futuro – ha continuato Ughi – dove dovremo mettere questi punti? Le gare sono ferme perché non si riescono più a collocare questi punti gioco, a meno che non ci sia un accordo condiviso o una “imposizione” dello Stato. Le gare che sono state disposte nella Stabilità 2015 ma non emanate, sono ferme perché non c’è una distribuzione territoriale. L’obiettivo è ristrutturare un sistema che non è stato ristrutturato nel tempo perché forse lo Stato è stato un po’ ingordo, lasciandosi cullare del gettito che arrivava da questo settore. Nella non presenza di un accordo, le regioni o comuni possono emanare i loro regolamenti e di fatto regolare ciò che lo Stato ha invece di diritto. Purtroppo non riusciamo ad andare avanti perché nessuno vuole metterci la faccia e portare avanti questa ristrutturazione”. “Nella confusione che regna in questo settore, i problemi più importanti sono venuti dall’introduzione delle slot sul mercato. Ora si parla della rimozione delle stesse da bar e tabacchi. Tanti che si vedranno costretti a levare le macchine da questi esercizi, saranno costretti a partecipare alla gara per prendere fintamente una concessione di sport, ippica o virtuali e per poterci poi rimettere slot e vlt. Perché lo Stato non la smette di fare confusione negli oggetti di gara? In questi anni, non c’è stata manutenzione e ne deriva confusione. Se continuiamo così ed emaniamo una gara per negozi di scommesse, senza definire bene l’oggetto della gara, si continuerà nella confusione. Rivisitiamo quindi bene tutta la situazione, una volta per tutte. La gara – ha concluso Ughi – servirà anche a porre fine alla doppia rete, la seconda rete che non è legale e non è ufficiale dello Stato. Ma per sistemare tutto, lo Stato o coinvolge anche gli enti locali o deve farsi rispettare”. es/AGIMEG