Giochi, Marra (GoldBet): “Regolamenti regionali e comunali hanno effetto espulsivo sul gioco lecito. A Napoli tra divieti e distanziometro sale possibili solo sullo 0,08% del territorio”

dai nostri inviati – “In alcuni comuni del nostro paese viene messa in pratica una logica proibizionista, ove nonostante le amministrazioni locali parlino di una regolamentazione del settore del Gioco Pubblico, quello che avviene in realtà, con l’introduzione di Regolamenti a dir poco discutibili, è la creazione di ‘zone franche’ che vanno oltre le leggi dello Stato. Salvo, poi, verificare che le limitazioni introdotte dai Comuni in questione diventano un divieto assoluto più che una regolazione, provocando un ‘effetto espulsivo’ del Gioco Legale, come ha dimostrato un recentissimo studio commissionato da Goldbet nel Comune di Napoli, che attesta l’attuale impossibilità di aprire nuovi Punti Vendita nella quasi totalità del territorio comunale, e quindi la chiusura di tutti i Punti vendita (agenzie di scommesse, sale bingo, sale slots, etc.), a partire dal 5.1.2021”. E’ quanto ha dichiarato l’avv. Giuseppe Marra (GoldBet) alla tavola rotonda “L’Italia dei giochi: dal federalismo a proibizionismo, organizzata dall’Osservatorio internazionale sul gioco dell’Università di Salerno che si è svolta questa mattina. In merito al Regolamento Sale da Gioco e Giochi Leciti del Comune di Napoli, approvato con delibera consiliare n. 74 del 21/12/2015 “lo studio da noi commissionato ha concluso affermando come la compressione della possibilità di insediamento del gioco nella città di Napoli sia pressoché totale, non solo nella parte centrale della città (per effetto del bando totale nel centro storico) e per effetto dell’applicazione delle distanze dai c.d. “luoghi sensibili”, ma anche nelle aree con opportunità insediative meno ridotte (in ogni caso pari a meno di un terzo del territorio), poichè scarsamente o per nulla popolate (assi viari principali, sedimi ferroviari, marittimi ed aeroportuali, ecc.) oppure periferie con bassi livelli di servizi e elevati livelli di disagio e devianza sociale. Dunque, è stato affermato che l’effetto espulsivo sull’intero territorio comunale di Napoli sia particolarmente spinto avvicinandosi alla totalità. La disponibilità di poco meno di un terzo del territorio ad un possibile insediamento è infatti una mera apparenza, trattandosi in massima parte di zone disabitate o scarsamente popolate, in cui gli strumenti urbanistici e l’assenza di edifici atti a recepire tali esercizi commerciali non consentono di fatto tali opportunità insediative. In altre parole si tratta, de facto, di un bando pressochè totale, considerando che tale opportunità è prevista in una ridottissima parte del territorio pari allo 0,08%. L’applicazione del suddetto Regolamento – ha proseguito Marra – oltre a non consentire le aperture di nuove sale da gioco, determinerà nel gennaio del 2021 la chiusura di circa 227 agenzie di scommesse nel Comune di Napoli, per non potersi più ubicare altrove, visto che l’impossibilità sarà pressochè totale. Come detto, tutto ciò sta avvenendo in totale dispregio di quanto convenuto con l’ Intesa dello scorso 7 settembre, in sede di Conferenza Unificata, tra Governo, Regioni ed Enti Locali, concernenti le caratteristiche dei Punti di Raccolta. Eppure, gli Enti Locali hanno firmato un accordo e avrebbero il dovere innanzitutto politico di rispettarlo. Il pur lodevole intento delle Regioni e degli Enti Locali di contrastare la ludopatia non può tradursi in atti che finiscono con lo svuotare completamente l’esercizio della libertà di iniziativa economica. L’ente locale non può infatti adottare provvedimenti che finiscano per inibire completamente il suo esercizio, poiché in tal modo verrebbe sostanzialmente espropriato il diritto di iniziativa economica. Le Leggi Regionali e gli atti degli Enti Locali non possono arrivare a vietare tout court un’attività considerata lecita dall’ordinamento; questa può solo essere limitata nel suo esercizio allo scopo di tutelare quei valori che, a loro volta, trovano protezione nell’ordinamento, e comunque sempre nei limiti della ragionevolezza e della proporzionalità. A mio avviso rispettare l’Intesa siglata il sette settembre scorso tra Stato, Regioni ed Enti Locali, al di là se è vincolante o meno, è anche un dovere giuridico, finalizzato ad evitare i rischi ed i risultati del tutto controproducenti già ricordati poc’anzi, come la concessione del campo libero all’offerta di gioco illegale e senza dimenticare la perdita di preziose entrate erariali più volte ribadita nelle scorse ore anche dal Governo. Con il proibizionismo il giocatore si rivolge all’offerta illegale”, ha concluso Marra. es/AGIMEG