Giochi, l’assegno elettronico nuovo strumento di pagamento. Arnò (Em@ney): “Strumento innovativo per il servizio ai giocatori”

dai nostri inviati a Londra – E’ stato presentato ufficialmente oggi all’ICE di Londra il primo assegno elettronico che si candida a rivoluzionare il mondo del gaming. A creare questa  nuova forma di pagamento e’ stata Em@ney, un Istituto di Moneta elettronica con sede a Malta e operativo in tutta l’area Eea (European economic area), guidato dall’italiano Germano Arnò, che ha dichiarato ad Agimeg: “Questo nuovo prodotto trova la sua migliore applicazione in due aree: una è quella della Pubbica Amministrazione, come strumento per i microrimborsi, l’altra è quella del gaming. Il nostro assegno elettronico permette agli utenti di incassare una qualsiasi cifra pur non avendo un conto corrente bancario, ma utilizzando forme di incasso differenti come ad esempio postepay o il pagamento in un punto della rete fisica del nostro network che comprende oltre 3 mila punti in tutto il Paese. Il nostro servizio rispetta ogni protocollo di sicurezza e la quarta direttiva Ue antiriciclaggio. E’ fondamentale – ha proseguito Arnò – soprattutto per il pagamento dei giocatori, ad esempio quelli che migrano dopo la chiusura di un .com. Entro fine marzo partiremo con questo nuovo servizio, sapendo che già in questa prima fase saranno emessi un milione di assegni elettronici”. Chi lo emette, ha un conto presso Em@ney, compila un modulo sulla sua pagina utente, inserisce i dati del beneficiario e l’importo. Da quel momento l’assegno esiste e può essere comunicato con una semplice email al beneficiario, che da quel momento potrà incassarlo in contanti, nel rispetto di tutte le normative, oppure versarlo sul proprio conto bancario, dal proprio pc. “Nonostante le nostre procedure siano più rigorose – ha detto ancora Arnò – le varie funzioni sono molto snelle e veloci. Così gli operatori rispettano le norme, senza riflessi sull’operatività, mentre le autorità mantengono il controllo sui flussi finanziari ottemperando alle necessità di sicurezza imposte dall’Unione Europea e dai singoli Paesi”. lp/AGIMEG