Giochi, Beni (PD): “Fatti passi in avanti come riduzione punti gioco e nuovi criteri per certificazione delle sale. Proibizionismo non serve”

“Il problema non è il gioco, ma l’approccio sbagliato che porta comportamenti problematici. È un settore importante per la nostra economia che non possiamo penalizzare, ma che produce anche problematiche di carattere sanitario e sociale che ha portato al riconoscimento della patologia. L’offerta di gioco legale è stata incentivata per arginare il rischio del gioco illecito, ma è anche vero che se apportiamo delle modifiche normative ci possono essere delle infiltrazioni illegali. C’è il problema del gioco on line, appoggiato spesso su siti esteri. C’è nell’opinione pubblica una crescente consapevolezza sul versante della patologia, ma bisogna lavorare sulla prevenzione rivedendo le norme sull’offerta di gioco”. E’ quanto ha detto l’onorevole Paolo Beni, Deputato della Repubblica (PD), in occasione di un Convegno in corso di svolgimento a Roma. “Bisogna insegnare alle persone a giocare evitando l’approccio problematico: è interesse primario degli operatori del mercato che il gioco non diventi patologia. C’è un evidente conflitto – ha aggiunto – all’interno delle istituzioni: il gettito importante e i problemi di salute. Va trovato dunque un punto di equilibrio. Al momento manca una normativa di cornice nazionale in cui si possa inserire anche l’autonomia degli enti locali. Barretta sta cercando di evitare che in Italia si crei una situazione a macchia di leopardo: piccole Las Vegas e zone di totale proibizionismo. Bisogna arrivare a criteri precisi. La discussione – ha continuato – è complessa: nella legge di stabilità 2015-2016 a pezzettini abbiamo inserito qualcosa che doveva essere il futuro di una legge globale che si è arenata perché aveva l’ambizione di conciliare i due mondi. Comunque dei passi avanti si sono fatti come la riduzione punti gioco e i nuovi criteri per la certificazione delle sale e dell’accesso. Non serve il proibizionismo, ma si deve trovare un equilibrio tra la prevenzione delle problematiche sanitarie e gli interessi economici”, ha concluso. lp/AGIMEG