Giochi, Baretta (MEF): “Vogliamo raggiungere un riforma non proibizionista ma fortemente limitativa, mantenendo un regime concessorio e puntando a diminuzione offerta”

“Vogliamo raggiungere una riforma non proibizionista ma fortemente limitativa. Vietando il gioco non ne impediamo lo svolgimento, ma lo spingiamo verso l’illegalità, inoltre non facciamo prevenzione e andremmo contro una visione ludica del gioco. Serve riportare il settore a una condizione di normalità: dopo anni di eccesso di offerta e sottovalutazione degli effetti sociali e patologici e di prevalente attenzione e interessi erariali vogliamo una legge di riforma per l’intero settore che tenga in considerazione offerta, accesso al gioco, orari e pubblicità”. E’ quanto dichiarato dal sottosegretario all’Economia, Pier Paolo Baretta, a Roma, nell’ambito della conferenza “Gli italiani e il gioco d’azzardo: la percezione, le analisi, il Gap e le nuove regole”. “Quindici anni fa l’intervento dello Stato nel settore è stato giusto, ma oggi la situazione è cambiata. La ludopatia è un fenomeno serio e c’è bisogno di una crescente sensibilità sul tema: non contano i numeri, anche un solo malato è un problema etico. La nuova riforma vuole mantenere un regime concessorio, che consente un controllo diretto di assunzione di responsabilità, così come ridurre l’offerta, intervenendo in maniera netta con un taglio del 33% sulle slot, ma anche riducendo il numero dei punti gioco del 50% e punta infine alla prevenzione e alla cura, innalzando la qualità del luogo dove si gioca. Il tema più delicato è quello relativo alle distanze, ma diminuendo i punti di offerta di gioco si va a ridimensionare il problema delle distanze da punti sensibili. Importante è trovare soluzioni in tempi brevi”, ha concluso Baretta. cr/AGIMEG