Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs: “Il 16 novembre la mobilitazione nazionale dei 150mila lavoratori del settore del gioco legale. Necessario confronto istituzionale”

Prenderà il via domani 16 novembre la mobilitazione nazionale dei 150mila lavoratori del settore del gioco legale #VogliamoUnGiocoPulito indetta congiuntamente dalle federazioni nazionali di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs contro la stretta normativa introdotta dagli Enti Locali e dal Governo. Sotto i riflettori dei sindacati i provvedimenti legislativi adottati da alcune amministrazioni regionali e comunali, come il distanziometro e la riduzione degli orari di apertura, e le nuove misure introdotte con la recente manovra finanziaria, che, stigmatizzano le tre sigle, «rischiano solo di produrre nuove elusioni» e che «stanno già avendo effetti negativi sull’occupazione nella filiera del gioco legale in assenza di un confronto con le Parti Sociali». Diverse le iniziative promosse a livello regionale. In Piemonte i sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs, già scesi in piazza lo scorso 18 settembre, hanno sollecito un incontro alla Regione Piemonte con il coinvolgimento diretto di una delegazione dei lavoratori del settore gioco legale. In Emilia Romagna a Bologna, dove sarà presente anche il segretario nazionale della Fisascat Cisl Mirco Ceotto, le tre sigle promuoveranno un presidio a partire dalle ore 11.00 davanti la sede della Prefettura per chiedere che “legalità e buona occupazione, insieme a strumenti di contrasto alle forme di dipendenza” diventino la priorità del settore; stessa iniziativa nel Lazio dove i sindacati e i lavoratori manifesteranno a Roma dalle 10.00 alle 13.00 sotto la sede della Prefettura in Piazza Santissimi Apostoli. In Puglia la campagna di mobilitazione avviata dai sindacati lo scorso 30 ottobre proseguirà con presìdi promossi dalle ore 9.30 davanti le sedi delle Prefetture di Bari, Foggia, Legge, Taranto e Brindisi. Nelle scorse settimane Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs hanno sollecitato il ministro dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio ad attivare un tavolo istituzionale sulla crisi del settore «finalizzato ad analizzare e misurare gli effetti dei provvedimenti sul gioco legale e ad individuare soluzioni volte alla salvaguardia occupazionale e alla tutela dei lavoratori». Le tre sigle, che stigmatizzano l’assenza di un intervento da parte della Conferenza Unificata delle Regioni «utile a rendere omogeneo il quadro normativo» condividono anche la necessità di intervenire sul settore per rendere compatibili le occasioni di gioco con la sostenibilità sociale, contrastare gli abusi e combattere l’illegalità e le attività illecite, a volte controllate dalla criminalità, guardando con preoccupazione il diffondersi di fenomeni difficilmente controllabili come il gioco on line». E ancora «mancano risposte concrete alle forme di dipendenza al gioco, in quanto le strutture sanitarie sono ancora largamente impreparate ad affrontare il fenomeno che, con la sola soppressione dei luoghi di gioco legale, oltre a creare seri problemi di tenuta occupazionale, rischia di essere consegnato completamente a dinamiche illegali». Per il segretario nazionale della Fisascat Mirco Ceotto «i provvedimenti per il contrasto alla ludopatia sono senza dubbio necessari ma devono anche tenere conto dei presìdi di legalità e buona occupazione che rischiano di essere compromessi a favore di un’offerta illegale e incontrollabile spesso sede di riciclaggio di denaro sporco derivante dal gioco d’azzardo come ha dimostrato in questi giorni la maxi inchiesta della direzione nazionale Antimafia e Antiterrorismo». E’ il segretario generale della categoria cislina Davide Guarini a sollecitare l’attivazione di un confronto istituzionale che «pur confermando la necessità di contrastare le patologie sappia riconoscere il valore dell’occupazione in un settore che rappresenta oltre lo 0,6% del Pil e più del 2% delle entrate tributarie nel nostro Paese e che avrebbe piuttosto bisogno di un quadro normativo di riferimento». «Cancellare le prospettive occupazionali a migliaia di addetti, con il rischio di generare un nuovo far west nel settore giochi, a vantaggio dell’illegalità, – ha concluso il sindacalista – non è una risposta né all’occupazione né alla lotta alla ludopatia». cdn/AGIMEG