Eventi: Workshop Acadi. Angelozzi (vicepres.), “Negli ultimi anni al settore giochi applicato metodo-Boffo. Basta battaglie populiste, sì a tavolo permanente”

“Negli ultimi 4 o 5 anni al gioco è stato applicato una sorta di metodo Boffo” (espressione che è diventata sinonimo di “campagna di stampa basata su bugie allo scopo di screditare qualcuno”, ndr). Lo ha detto Guglielmo Angelozzi, vicepresidente di Acadi, nel corso del Workshop “Il gioco legale e sostenibile: nuove proposte di responsabilità sociale” in  corso alla Camera. “Tutto è partito dalla ‘bufala’ dell’evasione fiscale da 98 miliardi” ha ricordato Angelozzi, “bufala sia perché i 98 miliardi sono frutto di un calcolo astruso fatto dalla Procura della Corte dei Conti e mai sposato dagli organi giudicanti, sia perché  non c’è mai stata evasione fiscale”. Angelozzi ha ricordato che le condanne sono state notevolmente inferiori, e i giudici contabili hanno condannato le concessionarie per danno erariale: “Su  questo profilo peraltro speriamo si pronunci a breve la Corte Europea, riconoscendo che non c’è mai stato alcun danno erariale”. E quindi ha detto che “la bufala sul settore è stata cavalcata da chi voleva portare avanti delle battaglie populiste e non aveva altri argomenti, e da chi prima gestiva il mercato illegale e ha visto sparire una fetta consistente di introiti ricondotti sotto l’egida dello Stato”. Angelozzi ha quindi avanzato le cinque proposte di Acadi. Innanzitutto la riduzione dell’offerta di gioco: il vicepresidente di Acadi ha definito l’attuale rete “eccessiva e antieconomica”; poi rendere più sicuri i vecchi apparecchi; rafforzare le misure di prevenzione di accesso al gioco visto che”le distanze minime sono misure inutili e spesso irrazionali” ha commentato; effettuare una riflessione coraggiosa sulla pubblicità: “è una causa rilevante delle dipendenze e motivo che ha scatenato l’opinione pubblica. Ci sono sistemi tecnici che potrebbero preservare gli investimenti e i posti di lavoro”; adottare un codice di autoregolamentazione che preveda misure per disincentivare il gioco fino ai 21 anni, “in modo da aumentare la consapevolezza dell’utente”. Acadi chiede però che “si intervenga sulla tassa dei 500 milioni e si adotti una normativa organica e stabile”, e che venga creato un “tavolo permanente sul settore che guidato dal Mef coinvolga tutti i soggetti interessati”. gr/AGIMEG