Confindustria Sistema Gioco Italia “Pronta denuncia per le gravi affermazioni del consigliere comunale di Roma Paolo Voltaggio”

“Confindustria Sistema Gioco Italia legge con stupore ed incredulità le affermazioni del signor Paolo Voltaggio, consigliere comunale a Roma, diffuse in un comunicato stampa e già riportate da alcuni organi di informazione”, si legge in una nota di SGI. “Nella presentazione del convegno “L’azzardo non è un gioco, nuoce gravemente alla salute” il signor Voltaggio afferma: “Oltre ad Aams sono 41 clan malavitosi a gestire i circa 100 miliardi di fatturato”.

Si tratta di affermazioni gravissime al di fuori di ogni logica e verità. Confindustria Sistema Gioco Italia, a tutela della verità, dell’impegno per la legalità e la trasparenza del settore e dell’onorabilità dei suoi associati, ha dato mandato ai suoi legali di verificare immediatamente gli estremi per una querela per diffamazione aggravata nei confronti del signor Voltaggio e per tutti coloro che divulgheranno con qualsiasi mezzo tali affermazioni ingiuriose e calunniose”. La nota prende spunto da un comunicato diffuso da Roma Capitale in merito al convegno “L’azzardo non è un gioco. Nuoce gravemente alla salute”, organizzato da Identità Cristiana per Roma il prossimo 25 marzo, dalle ore 15, nella Sala della Protomoteca del Campidoglio e che vedrà tra i relatori il direttore di Avvenire, Marco Tarquinio e Massimiliano Menichetti, giornalista di Radio Vaticana che modererà il dibattito. A concludere il convegno sarà il sindaco di Roma Capitale, Gianni Alemanno. Nel comunicato si legge: “Sono 42 i soggetti che gestiscono la terza industria italiana dopo Eni e Fiat, oltre all’Aams ci sono infatti anche 41 clan malavitosi a gestire i circa 100 miliardi di fatturato di quella che è divenuta una vera e propria piaga sociale – ad affermarlo è Paolo Voltaggio, consigliere comunale capitolino e capogruppo di Identità Cristiana per Roma -. A fronte della contrazione dei consumi conseguente ad una crisi finanziaria senza precedenti, aumenta la voglia di giocare. In alcune zone d’Italia, le famiglie arrivano addirittura a giocarsi il 6,5% del reddito e più degli altri a farlo, con ulteriore aggravio della propria situazione economica, sono proprio gli indigenti”.