Codere, a Viterbo il workshop nel nome della legalità. Tutti gli interventi

Si è tenuto questa mattina a Viterbo – presso la Sala Conferenze del Museo Colle del Duomo – una nuova tappa del workshop itinerante “Nel nome della legalità”, organizzato da Codere. Di seguito tutti gli itnerventi.

Giacomo Barelli – Assessore alla cultura del Comune di Viterbo

 

Non è un caso che è proprio io nella mia veste di assessore alla cultura affronti la tematica del gioco, per quello che attiene al Comune, cioè relativamente alla salute pubblica. L’Amministrazione centrale, come quella locale, beneficia del gettito fiscale, ma non può nascondere e nascondersi quali siano i problemi legati al gioco d’azzardo e il loro impatto sulla cittadinanza. La Regione Lazio poi con una legge di recentissima approvazione ha stanziato 150 mila euro per il contrasto delle ludopatie e con la sua azione vuole provare a razionalizzare l’allocazione delle slot.

 

Emiliana Carelli – viceprefetto di Viterbo – Responsabile per l’area ordine e sicurezza pubblica

 

La disciplina del gioco è uno dei temi più importanti sui cui si concentra oggi il lavoro di molte prefetture in Italia e anche della nostra. Non è nostro compito principale occuparsi dell’impatto sociale del gioco, che è sempre di più un fenomeno che trasversale che osserviamo con attenzione. L’attività della Prefettura è volta alla prevenzione dei reati compiuti e alla penetrazione criminali nel comparto. Per quanto riguarda appunto le infiltrazioni criminali, abbiamo da poco uno strumento rinnovato, il Nuovo Codice Antimafia che rafforza molto la nostra azione. Altro campo di azione è la tutela degli interessi economici dello Stato e insieme il controllo dei soggetti privati che esercitano attività di gioco. Questa è in sintesi la nostra azione dedicata, poi esiste tutta una serie di attività compiute in sinergia con il supporto e la collaborazione dei Monopoli di Stato per il controllo delle concessione delle attività di gioco. Rapporto stretto che ci permette di incidere profondamente nella tutela del settore dalla criminalità organizzata e dalle sue capacità di infiltrazioni.

 

Marcello Meroi – Presiedente Consiglio Comunale di Viterbo

 

Oggi il gioco è sempre più considerato un disvalore e spesso si dimentica come in realtà sia un’impresa che deve agire senza subire criminalizzazioni. E proprio qui devono entrare pesantemente gli enti pubblici con il ruolo primario di tutela della cittadinanza. Un ruolo che possiamo condividere con i concessionari per arrivare ad una gestione più corretta. Che poi non può viaggiare se non parallela a un’informazione diversa che si deve avvalere degli operatori più professionali e controllati che si muovono in accordo con tutta la catena del controllo: Monopoli, Carabinieri, Finanza e Prefetture. Il nostro ruolo non può essere naturalmente solo culturale, cioè di avere cittadini che giocano perché si divertono, ma continuare sempre attraverso il dialogo il nostro compito in termini autorizzativi, regolamentari e legislativi.

 

Cap. Lia Segatto – comando provinciale GDF

 

L’azione della Guardia di Finanza si muove verso l’aumento e la maggiore pervasività delle attività di controllo.  Queste attività coinvolgono ormai tutta la filiera, in modo da permettere un contrasto sempre più efficace alla settore illegale. L’aumento dell’offerta, che ormai è complessa e differenziata, ci ha posti dinanzi ad una filiera sempre più consistente, quindi sempre più soggetti da controllare ed esaminare. Ma questo ha significato anche un aumento in termini di reddito generato dal settore, di ritorno erariale e anche occupazionale fino a 200 mila persone tra diretti e indiretti. La principale azione delle Fiamme Gialle è la tutela del bilancio nazionale con le ricadute dell’evasione sull’imposizione fiscale diretta e indiretta. Dal punto di vista strettamente operativo il nostro intervento si compie con il controllo del possesso di licenze, delle autorizzazioni, e dei requisiti normativi prescritti dalla legge, senza dimenticare il corretto pagamenti dei tributi. Insieme al controllo compiamo quotidiane azioni di intelligence in coordinamento con l’Adm sui soggetti della filiera, partendo da quelli più a rischio. Nel 2011 e 2012 nella provincia di Viterbo abbiamo compiuto più di 50 interventi – in maggioranza sulla filiera della raccolta delle scommesse – che hanno portato a numerose denunce per violazione delle leggi di pubblica sicurezza e amministrative e al sequestro di numerosi materiali. Per l’anno 2013 abbiamo già registrato un incremento dei controlli, a dimostrazione che il settore è sempre più primario. Sono già 61 gli interventi; alcuni sono ancora in corso, soprattutto violazioni nel settore delle scommesse e dell’art. 110 del Tulps.

 

Massimiliano Pucci, Vice Pres. SISTEMA GIOCO ITALIA, PRES. AS.TRO

 

Stiamo creando con il gioco d’azzardo l’esimente. Passatemi la definizione da avvocato. Ormai il gioco è considerato da opinione pubblica e politici come il fattore scatenante, la causa di tutto e sta diventando il paravento di ogni altro problema in Italia. Abbiamo già sacche di territorio che secondo me sono in pericolo, vedi Genova e Bolzano e poi il 5 settembre la politica ci ha detto chiaramente con la moratoria di non volere più il gioco d’azzardo nel Paese. Così torneremo agli 800 mila videopoker illegali e incontrollati come nel 2002. Abbiamo messa in sicurezza totale i nostri prodotti, fino alla possibilità di mettere mano sulle macchine bloccate solo in presenza della Gdf; abbiamo tappezzato i luoghi di gioco con i cartelli prescritti dal Balduzzi e partecipiamo alle attività di contrasto alle ludopatia e alla diffusione della giusta cultura del gioco, ma non sappiamo che fine farà il gioco pubblico in Italia. La verità è che la moratoria sul gioco equivale a 9 IMU e significa la sconfitta del comparto, ma anche del legislatore italiano rispetto anche a Paesi vicini.

 

Prof. Ranieri Razzante, PRES. AIRA

Purtroppo oggi sembra che qualsiasi disturbo passi in secondo piano rispetto alla ludopatia, che deve essere affrontando partendo da numeri attendibili, perché credo sia giusto non partire dall’assunto che chiunque giochi sia malato. Dimenticando che il tema centrale è la distinzione tra gioco d’azzardo e non d’azzardo, se vogliamo davvero tutelare il gioco sano e legale. Abbiamo un sistema concessorio severissimo che prevede controlli capillari a monte sulle catene partecipative, ma anche a valle da parte di tutti gli organi di controllo. Ma quello di cui abbiamo bisogno è la segnalazione delle operazioni sospette. La criminalità organizzata si infiltra perché il mondo del gioco è diffuso e permette la giusta penetrazione. Abbiamo le norme TULPS, quelle antimafia, antiriciclaggio e concessioni stringenti che sono strumenti già efficaci e mostrano come le infiltrazioni siano spesso nell’intermedio, nei fornitori.

 

Marco Polizzi, Primo Consumo, progetto Game Over

 

Da dieci anni il gioco in Italia è regolamentato, mentre prima era esclusivamente in mano alle cosche. Il proibizionismo gratuito non porta a nulla, per questo come associazione di consumatori vogliamo avere un orientamento sinergico con lo Stato e i concessionari. I dieci concessionari più grandi rappresentano la legalità del sistema e con quelli noi vogliamo interagire. La politica del non giocare dove capita e di scegliere posti sicuri, come quella appunto sostenuta da Codere, per noi è la politica vincente. I numeri sulla ludopatia creano allarme sociale. Anziani e giovani sono le categorie più colpite. Il 48% dei giovani ha avuto accesso al gioco d’azzardo, nonostante sia vietato ai minori.  Codere è stato il primo concessionario che ha capito l’importanza del centro d’ascolto ludopatie, creando un numero verde con la partnership scientifica del Cristo Re e dell’Università Cattolica, monitorando il territorio con attività poste in essere per il contrasto di tali patologie. Il decreto Balduzzi ha inserito la ludopatia nei livelli essenziali di assistenza e molte strutture locali si danno da fare con professionisti del settore, come psicologi e avvocati. Abbiamo intrapreso anche un progetto col Miur di sensibilizzazione nelle scuole, regalando agli studenti un maxi quaderno per comunicare un decalogo di pericoli del gioco d’azzardo.

 

Massimo Ruta, Country Manager CODERE ITALIA

 

L’informazione è il primo obiettivo di questo workshop itinerante, insieme alla diffusione della giusta cultura della legalità nel gioco. Può sembrare paradossale ma i nostri interessi coincidono con quelli della Guardia di Finanza e delle istituzioni, perché se si agisce nella legalità gli interessi vanno sempre di pari passo. Occorre però fare una doverosa distinzione tra legalità e illegalità del settore, che spesso manca nella comunicazione. Bisogna infatti distinguere chi porta in Italia 17 miliardi all’anno, di cui 8 sotto forma di tasse, da tutti quegli aspetti negativi che possono associarsi al gioco, come fenomeni di usura e riciclaggio, che non vogliamo nascondere ma vogliano aiutare a contrastare. Al livello del legislatore in alcuni casi si riscontra una mancanza di informazione che spesso non è giustificabile visto il ruolo che le istituzioni ricoprono. Il volume che la Fundaciòn Codere ha prodotto in collaborazione con la LUISS (La disciplina del gioco in Italia tra monopolio pubblico e mercato) è un invito al legislatore per mettere mano all’esigenza di un testo unico sul gioco, necessario per combattere l’illegalità. L’illegale può e deve essere sconfitto, anzitutto perché solo così si può fornire un prodotto e un servizio migliore. L’eccesso di gioco è una distorsione della normalità, come ce ne sono tante altre che vanno curate, mai numeri che vengono diffusi non sono il risultato di complete statistiche nazionali. Le iniziative che Codere ha posto in essere per incentivare la responsabilità del gioco, passano attraverso la formazione del personale, il numero verde di Primo consumo, la presenza costante sul territorio dove lavoriamo, sostenendo realtà locali impegnati in progetti sociali, cercando di far giungere sul territorio una parte dei nostri guadagni, a differenza del gettito erariale che va interamente allo Stato. Abbiamo tentato una sensibilizzazione del legislatore in questo senso.

 

Immacolata Romano, Responsabile Relazioni istituzionali e Comunicazione di Codere

 

Codere ha sempre voluto gemellare le proprie attività con realtà locali sui territori dove è presente. Qui a Viterbo abbiamo deciso di sostenere la Fattoria di Alice, un’associazione onlus che dà lavoro a ragazzi problematici, realizzando prodotti agricoli biologici. Varie saranno le attività poste in essere, come ad esempio una serie di cene di beneficenza, corner nelle nostre sale coi prodotti e l’organizzazione di gruppi d’acquisto in azienda. lp/AGIMEG