ADM: Fanelli, “Ingiustificato l’allarme sociale sul settore dei giochi”

“Il modello del gioco italiano, specialmente la regolamentazione dell’online, è motivo di ispirazione per tutto il mondo”.
Una frase molto chiara di Roberto Fanelli – direttore centrale gestione tributi e monopolio giochi dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli – che ha parlato a nome di Aams, durante il workshop dedicato alla formazione dei giovani atleti della Rugby Capitolina, nel contrasto al match fixing. Un intervento a difesa del settore delle scommesse sportive, che opera nonostante un clima mediatico non proprio ideale.
“Le scommesse sono gestite dai concessionari, che per diventare tali devono render noto il proprio organigramma societario. Se un soggetto, anche un socio che ha un ruolo irrilevante, è legato ad un sospetto di mafia o di altri reati minori, ad esempio, automaticamente viene escluso dalla gara. Ecco un esempio di quanto sia rigido il nostro sistema di controllo. Tutto quello che si muove sulla rete legale è registrato, dall’importo scommesso, al luogo della giocata. Purtroppo in Italia esiste una rete illegale, da noi contrastata, parallela e in piena espansione, con scommesse che non possono essere controllate. In questo quadro generale, lo scommettitore medio punta 3-4 euro, Ecco perché va detto che l’allarme sociale che c’è sul gioco è ingiustificato. Non c’è dubbio in questo settore alcuni aspetti devono essere migliorati, ma il sistema è ben rigido, che consente di individuare partite sospette in base alle segnalazioni dei concessionari. Ma attenzione: la scommessa anomalo non per forza deve essere associata alla combine. Spesso sono altri i fenomeni che portano a concentrare il gioco solo un risultato. Una volta segnalato il sospetto sono le autorità sportive e le forze di polizia ad avere le competenza e ad agire in seconda battuta”.  cz/AGIMEG