Scommesse online, Haijer (Egba): “In UE mancanza di coerenza di politiche sul gioco è problematica, servono regole comuni per un settore che coinvolge 12 milioni di cittadini”

“Il mondo delle scommesse online è ostacolato da differenti regole nazionali, è tempo che Bruxelles riunisca i Paesi”. Lo ha dichiarato Maarten Haijer, segretario generale della European Gaming and Betting Association (EGBA). “Oggi più di 12 milioni di europei puntano regolarmente online, effettuando quasi 1 milione di transazioni finanziarie da e verso le nostre aziende associate ogni giorno. Noi siamo ‘un grande settore’. Il 20 per cento delle scommesse europee oggi sono online, conosciamo fin troppo bene le sfide per conciliare il rapido cambiamento tecnologico con la protezione dei consumatori e una regolamentazione efficace, al fine di tenere il passo con lo sviluppo rapido, transfrontaliero e tecnologico di internet. La rivoluzione di Internet ha spostato il settore delle scommesse dalle tradizionali sale scommesse ai computer. Mentre alcune normative UE, come il Regolamento generale sulla protezione dei dati e la direttiva antiriciclaggio, forniscono alcune basi normative, il settore delle scommesse è regolato interamente dalle politiche nazionali. Ogni stato dell’UE ha una propria serie di regole e requisiti. Lavorano in modo isolato l’uno dall’altro e indipendentemente dalla natura transfrontaliera di internet. La conseguenza: 28 regolamenti molto diversi e 28 diverse esperienze di gioco del cliente. In un’era in cui le persone possono facilmente scommettere su siti web con sede in altri paesi, la mancanza di coerenza delle politiche è problematica. Significa che le persone possono essere facilmente esposte a siti Web che non proteggono pienamente i loro diritti o interessi. La Commissione europea ha riconosciuto questo problema nel 2014 e ha delineato un elenco di salvaguardie che i paesi dovrebbero adottare per garantire agli europei un livello più coerente e più elevato di protezione dei consumatori nelle scommesse online. Ogni stato dovrebbe creare un registro nazionale di autoesclusione per consentire alle persone che puntano troppo o troppo spesso – come può accadere in un settore dell’intrattenimento come il nostro – di escludersi dalla possibilità di accedere ai siti web di scommesse. La Commissione si è impegnata a rivedere l’attuazione entro gennaio 2017, ma recentemente ha riconosciuto di aver tolto la priorità al dossier del gioco d’azzardo e di non spendere soldi per misurare l’efficacia delle proprie proposte sulle scommesse online. Non dovrebbe la sicurezza del consumatore online in via prioritaria? Credo di si. Nessuno sa veramente quale sia la situazione attuale. Ecco perché abbiamo chiesto alla City University di Londra di condurre una revisione e scoprire se le proposte della Commissione fossero state pienamente attuate. Ha scoperto che solo la Danimarca lo ha fatto e che milioni di europei stanno sperimentando livelli diversi di protezione dei consumatori quando scommettono online. La qualità della protezione dipende esclusivamente da dove vivono. Solo 14 paesi dell’UE hanno adottato un registro nazionale di autoesclusione e solo 13 impongono la dicitura “divieto di scommessa per i minori” sugli annunci pubblicitari. Si tratta di semplici misure proposte dalla Commissione, ma non sono state introdotte nella maggior parte dei paesi europei. Non esiste ora un quadro formale per le autorità di regolamentazione delle scommesse che affrontino congiuntamente le grandi questioni che interessano il settore, molte delle quali sono di natura transfrontaliera e richiedono soluzioni comuni. Non siamo soli; molti altri settori online affrontano frustrazioni simili. Ecco perché sono stato lieto di vedere i leader dell’UE riaffermare di recente il loro sostegno alla digitalizzazione dell’economia europea e sollecitare la Commissione a portare ulteriormente il mercato unico in linea con l’era digitale. Speriamo che la Commissione che si insedierà ascolti questi temi. Nel settore delle scommesse online, la cooperazione normativa formale è un primo passo necessario, seguito dalla standardizzazione e da regole più comuni. Ha senso fare così. I consumatori, i regolatori e le aziende beneficeranno tutti di una serie di regole chiare e coerenti, piuttosto che dell’attuale diversificazione delle normative nazionali. Nelle scommesse online – ha concluso Haijer – è necessario garantire che i clienti possano scommettere in modo sicuro, equo e responsabile. Ciò significa garantire che le persone che vivono in un paese dell’UE abbiano gli stessi diritti e un livello elevato di protezione dei consumatori rispetto a quelli che vivono in un altro. Una maggiore cooperazione normativa e una migliore applicazione delle attuali iniziative e leggi dell’UE contribuiranno a raggiungere questo obiettivo. Servono standard ancora più elevati rispetto a quelli applicati ad altri settori online. Ma lasciare questa scelta solamente ai paesi dell’UE non ha funzionato, quindi la Commissione europea che sta entrando deve agire”. lp/AGIMEG