Gioco online, pronto studio comparativo su legislazione internet a livello europeo. Ceci (Ceo Quiniel): “Commissione UE offrirà a operatori database unico”

Un vademecum in tema di legislazione sul gioco online a livello europeo. La Commissione europea potrà presto disporre di un database sulle regole tecniche che i vari Paesi europei – sia dell’area UE che dello Spazio Economico Europeo – hanno stabilito per il gioco via internet. Questo archivio sarà ricavato dallo studio realizzato dalla società di consulenza Quinel, in collaborazione con la maltese Avviza, che ha preso in esame tutte le normative in materia di gioco online, mettendole a confronto ed evidenziando punti di contatto e divergenze. Lo studio è stato commissionato dalla Direzione generale per il mercato interno, industria, imprenditorialità e piccole e medie imprese, una divisione della Commissione europea, ed è stato consegnato a Bruxelles e ai 31 enti regolatori di tutto il SEE, che potranno utilizzarlo per operare con una visione chiara del contesto al di fuori dei propri confini nazionali.
“La Commissione integrerà questo lavoro ascoltando i vari operatori – ha fatto sapere Filippo Ceci, Ceo di Quinel Italia – e poi renderà tutto accessibile ai vari regolatori europei, che potranno consultare il database on line. Per quanto riguarda il mercato Italiano – ha proseguito – il 2017 rappresenta per Quinel un’ulteriore opportunità di crescita e consolidamento del Mercato Italiano. Con il rinnovo della Convenzione, che comprende anche le Verifiche Tecniche sui Sistemi VLT Piattaforme e giochi siamo certi di possedere l’esperienza e le competenze necessarie per offrire ai Nostri Clienti il servizio dinamico e di eccellenza che da sempre ci contraddistingue”. Con uffici in Italia, Argentina e Malta, Quinel è uno dei principali laboratori di Certificazione a livello internazionale (In tutto, 31 Paesi di cui 28 Ue).
“In questo studio abbiamo analizzato non solo le legislazioni nazionali, ma anche i regolamenti, le direttive e le linee guida tecniche di ciascun Paese – spiega Reuben Portanier, fondatore di Avviza e partner aggiunto di Quinel in questo progetto – e abbiamo dovuto prendere in considerazione anche i Paesi che non hanno una regolamentazione per l’online. Lo studio servirà soprattutto ai regolatori quando dovranno intervenire sulle regole per il rilascio delle autorizzazioni. Per esempio, se devono valutare un operatore che ha già una licenza in un altro Paese, possono verificare quali sono i requisiti ai quali ha dovuto ottemperare all’estero”. Tra i 31 Paesi analizzati, ce ne sono alcuni che hanno un monopolio statale ma anche in caso di gestore unico, controllato o di proprietà dello Stato, sono previsti requisiti tecnici da osservare.
La Commissione europea ha assegnato – come riporta TS – lo studio sui requisiti dell’Online Gaming a Quiniel, nel secondo trimestre del 2016, l’Ente di Certificazione Internazionale e Laboratorio di test, insieme ad Avviza, Società di consulenza specializzata nel settore del gioco online. “Questo prestigioso studio è stato consegnato e presentato a Bruxelles lo scorso dicembre alla Commissione europea e agli organismi di regolamentazione nazionali all’interno del SEE, ed è con grande orgoglio e soddisfazione che Quinel ha avuto l’opportunità di condividere la sua competenza ed esperienza nel campo dei requisiti tecnici con il Commissione UE e 31 regolatori in tutto il SEE “, ha detto il presidente di Quinel, Isacco Ceci.
Ma non tutti i Paesi hanno una regolamentazione per l’online e in alcuni casi i requisiti sono pochi o carenti. Lo studio si è focalizzato sui requisiti tecnici, quindi non è entrato nel merito di come ottenere la licenza come due diligence. Tutti i Paesi prevedono che la valutazione del generatore di numeri casuali (RNG) deve essere certificato. Ma nel dettaglio, la certificazione, il metodo per certificare, può variare. Per certi requisiti, c’è una convergenza, per altri ci sono specificità di alcune nazioni. La Danimarca, per esempio, richiede che i giocatori utilizzino la electronic card statale. Questo comporta che gli operatori siano conformi all’identificazione del giocatore con quella carta. lp/AGIMEG