Fantasy sport, Gambling Commission UK: se è un business serve la licenza. Giro di vite sulla promozione attraverso i social media

Regno Unito, giro di vite della Gambling Commission sui fantasy sport – le versioni moderne del fantacalcio che possono prevedere anche puntate e vincite in denaro – puntando l’attenzione sui canali che vengono utilizzati per sponsorizzare i tornei. In vista della ripresa dei campionati, l’ente regolatore ha infatti pubblicato una circolare invitando chiunque organizzi un torneo di un fantasy sport a rispettare in pieno la normativa inglese, e ha sottolineato in particolare che se questa attività viene gestita come un business allora è necessario richiedere la licenza per le scommesse a totalizzatore. La legge esenta alcune categorie di organizzatori dall’obbligo di ottenere la licenza – l’esempio tipico è il torneo disputato tra colleghi di lavoro – ma questi soggetti devono essere in grado di dimostrare che il torneo fosse amatoriale, e non fosse stato gestito come un business. Sotto questo profilo, ha puntualizzato la Gambling Commission, uno degli aspetti determinati è l’attività promozionale che viene svolta: gli organizzatori devono stare attenti all’utilizzo che fanno dei social media, non dovranno incoraggiare i clienti a scommettere e non dovranno fornire informazioni su agenzie e negozi di gioco in cui è possibile partecipare ai tornei. Il monito della Gambling Commission ricorda un’analoga circolare sugli eSport emessa nell’agosto 2016. Anche in quel caso l’ente regolatore poneva l’accento sull’attività promozionale, e nel settembre successivo avviò un’azione legale nei confronti di due youtubers – Craig Douglas e Dylan Rigby – che avevano utilizzato i propri canali per promuovere alcuni tornei. Visti i canali utilizzati e gli eSport in questione, il rischio concreto era di aver avvicinato al gioco migliaia di adolescenti, a febbraio scorso Rigby e Douglas sono così stati condannati a pagare sanzioni per 174mila e 91mila sterline rispettivamente. rg/AGIMEG