eSports, Fiscale (CT nazionale Under21 di ITFA): “Vogliamo scrivere un pezzo di storia”

Domenica sera la nazionale Under21 di ITFA giocherà contro il Messico la semifinale della World Cup Tournament. Intercettato dalla nostra redazione il CT della nazionale, nonché capitano della ICG HORUS, Alessandro Fiscale , ci ha raccontato l’evoluzione nel nostro Paese del mondo eSports, ecco le sue parole in esclusiva ad AGIMEG:

Cosa vuol dire per te essere il CT della nazionale Under21?

Per me essere il CT è rappresentare la nazione e far conoscere i nostri valori al resto del mondo, è una grande soddisfazione, nonché motivo d’orgoglio. Mi ha reso fiero arrivare nelle prime quattro del mondo e soprattutto mi rende fiero la creatura che sono riuscito a portare avanti, da ottobre lavoro con costanza sempre con le stesse persone, persone che mi seguono con assiduità e questo mi rende fiero.

Raccontaci la Word League.

La World League è un torneo molto lungo ed importante. È difficile mantenere la stessa costanza settimana dopo settimana, si affrontano i team più importanti e forti del mondo, ci si confronta con nazioni anche d’oltreoceano. Siamo partiti in sordina in questa competizione, poi siamo riusciti a conoscerci meglio e da lì nessuno ci ha fermati, siamo arrivati primi su 18, staccando di 8 lunghezze gli USA. Ora, siamo partiti da quarti di finale nei play off, abbiamo superato l’Ungheria ed ora ci aspetta questa semifinale con il Messico molto avvincente. Durante l’anno con il Messico abbiamo collezionato due pareggi, è decisamente arrivato il momento di vincere.

E’ importante avere nel nostro paese delle academy?

È fondamentale avere delle academy nel nostro paese, perché le academy saranno poi i primi team, è importante però seguire le idee del team, sia gestionali che comportamentali, poi arrivano le idee tattiche. I ragazzi dell’academy, non sono giocatori di seconda linea, sono giocatori che piano piano dimostrano il loro valore. Le academy sono fondamentali.

Come ci si prepara ad una competizione così importante?

La preparazione è soprattutto mentale, io mi confronto con i ragazzi sia privatamente che in gruppo, tutti i giorni, poi seguo la loro settimana con il club, valuto il ruolo per poi capire le affinità e poi il Venerdì sera ci riuniamo e proviamo le cose. Facciamo 7 partite amichevoli contro i club blasonati per capire com’è il livello tecnico e poi iniziamo a fare partite per provare schemi e vedere chi riesce in partita a tenere il campo, e chi ad esempio regge solamente mezz’ora. Così riesco a valutare se il ragazzo è pronto o meno per le sfide che contano.

Qual è la differenza tra la nazionale maggiore e la tua e perché c’è questo dislivello di risultati tra le due selezioni?

La Nazionale grande ha avuto dei problemi gestionali durante l’anno, noi siamo riusciti a rimanere uniti. Lo scorso anno con la nazionale under 21 abbiamo vinto gli europei, un’esperienza stupenda ed entusiasmante ed un grande motivo di vanto. Entusiasmo che ho trasmesso ai ragazzi nuovi. L’obiettivo ora è portare in alto il nome dell’Italia davanti al mondo intero dopo aver vinto gli Europei.

Come valuti la non regolarizzazione degli eSports?

Il CONI non riconosce l’eSports come un vero sport perché non vede un grande sforzo fisico, ma c’è un grande sforzo mentale e comportamentale. Ci si allena da soli con le cuffie a casa, è sbagliatissimo che il CONI non ci prenda in considerazione, perché lo sforzo mentale è veramente grande. Ci sono molti mental coach per seguire i ragazzi durate le gare, questo è un momento per socializzare, io ho conosciuto molte persone e molte cose che non avrei mai scoperto grazie agli eSports. Dovrebbe essere uno sport a tutti gli effetti, in altre parti del mondo lo è. Spero che nel minor tempo possibile il CONI si accorga di noi e ci regolarizzi. Anche i club di calcio blasonati come Milan, Inter e Juventus potrebbero sponsorizzarci, e magari creare una Serie A ufficiale che possa andare di pari passo con il campionato di calcio italiano, come succede ad esempio in Inghilterra ed in Portogallo.

Qual è la nazionale più forte che ti sei trovato davanti?

La nazionale più forte che ho incontrato fino ad ora è la Spagna. Fino allo scorso anno era una squadra fortissima, quest’anno siamo riusciti a batterla, ma Spagna e Portogallo sono davvero toste. E’ difficile fare un paragone, per via della differenza di server che rendono meno fluida la connessione e dunque il gioco. Diventa difficile confrontarsi con nazionali d’oltreoceano.

Cosa ti auguri per il futuro degli eSports?

Spero che il CONI ci regolarizzi, pubblicizzi e consideri gli eSports come uno sport a tutti gli effetti, e che ci sostenga quando andiamo a dire la nostra oltre i confini nazionali. Abbiamo grandi potenzialità, ma senza il sostegno del CONI non si può fare molto, anche le società calcistiche senza il sostegno del CONI non possono fare il passo in avanti. Speriamo che ciò accada nel minor tempo possibile. fa/AGIMEG