Scommesse, Campanella (titolare centro Manfredonia): “Prima che venga cancellato, il settore deve reagire. Necessaria una legge nazionale uniforme e che tuteli investimenti e giocatori”

”Sono un’imprenditrice del settore da oltre dieci anni ed ho realizzato questo evento, come altri in precedenza, per far passare messaggi forti contro la ludopatia e perchè credo sia il momento di farsi sentire prima che il nostro settore venga cancellato provocando un danno non solo per tutta la filiera e per le casse erariali, ma anche a discapito del consumatore ultimo. Questo tipo di eventi dovrebbe essere di consuetudine presso le nostre attività poiché il nostro settore è connesso all’intrattenimento ed allo spettacolo e non solo alla raccolta scommesse. E’ doveroso diversificare ogni tanto, anche con poco”. E’ la replica di Antonia Campanella, titolare del centro inaugurato il 3 maggio scorso a Manfredonia (FG), evento che ha creato qualche rumors tra altri esercenti. “Attualmente non abbiamo una legge uniforme in Italia che regolamenti il settore, ogni regione,ogni comune ha approvato o meno una propria regolamentazione, rendendo lo svolgimento delle attività in taluni casi proibitiva per via della ricollocazione e a discapito degli investimenti fatti dall’imprenditoria italiana ma ancor più per i consumatori poiché la ludopatia non si combatte con le distanze o meno da certi luoghi detti sensibili. Le persone affette da dipendenze ci sono sempre state ed è l’uomo a rovinare tutte le cose nell’esagerare. Se il nostro settore non sarà tutelato e presto regolamentato dallo Stato, non sarà possibile anche tutelare i giocatori. Va ricordato infatti che il gioco legale tutela, per chi non lo sapesse, il giocatore. Se non si agisce subito – ha concluso Antonia Campanella – si potrebbe ritornare indietro di 30 anni, alle bische clandestine, al gioco illegale, alle truffe e alla criminalità che ci marcia intorno. Urge quindi una normativa nazionale che uniformi e salvaguardi il settore prima che collassi definitivamente. Un settore che da anni gia convive in modo lacerante con la raccolta non legata ad un sistema concessorio”. es/AGIMEG