Fiorello, la D’Urso, il Grande Fratello, il Lotto, il SuperEnalotto… i nostri “supermercati”

“In considerazione delle recenti incursioni aeree nemiche su alcune nostre città e degli improvvisi allarmi in alcune ore del giorno, la Direzione del Lotto presso il Ministero delle Finanze ha disposto che nelle 10 città comprese nella ruota del gioco del Lotto, nei casi in cui una incursione o un allarme dovesse verificarsi nel momento in cui si procede al controllo delle matrici dei bollettari – operazione che si svolge dopo la loro consegna all’Intendenza da parte dei gestori dei banchi Lotto – dette matrici dovranno essere lasciate come si trovano sui tavoli. Gli incaricati dovranno abbandonare la stanza d’ufficio dopo averle chiuse a chiave. Le chiavi dovranno essere consegnate nella mani dell’Intendenza, che dovrà custodirle presso di sé durante tutto il periodo dell’allarme. Se l’allarme viene dato nel momento in cui l’archivio dell’Intendenza è aperto, si dovranno sospendere le operazioni. Se l’allarme, poi, dovesse verificarsi mentre la Commissione è già sul palco per le operazioni di imbussolamento e di estrazione, il funzionario in rappresentanza del Prefetto potrà disporre il rinvio delle operazioni stesse. Se l’allarme, dopo le 14.30 del sabato, dovesse sorprendere il gestore del banco Lotto al momento in cui si reca a consegnare le matrici, le Intendenze sono autorizzate ad accettarle fino alle ore 18.30. Dopo tale ora le giocate si intendono annullate e il pubblico ha diritto al rimborso presentando il biglietto al botteghino presso cui ha effettuato la giocata. Rimane inalterata la norma regolamentare che nessuna matrice, per qualsiasi ragione, potrà mai essere archiviata ad estrazione avvenuta”. ARTICOLO DEL CORRIERE DELLA SERA DEL 3-4 MARZO 1943. Insomma anche sotto le bombe il Lotto resisteva. Resisteva per gli italiani, per lo Stato. Era una resistenza attiva, dove la voglia di normalità, di un piccolo attimo di serenità doveva fare i conti con il rombo minaccioso di quegli aerei che avrebbero potuto distruggere tutto. Ma il Lotto resisteva anche per offrire un pensiero positivo alla popolazione provata. Un pensiero positivo che poteva spostare il livello della speranza sopra lo zero e dare voglia di reagire. Ma dove non sono riusciti i bombardamenti e due guerre mondiali è riuscito il Coronavirus. Per la prima volta nella sua storia ultracentenaria il Lotto è stato sospeso (insieme al SuperEnalotto ed a tanti altri giochi pubblici) a data da destinarsi dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Una sospensione che ha sorpreso, arrivata prima dell’annuncio del premier Conte delle nuove misure per arginare il contagio. Una decisione che sa tanto di politica. In quarant’anni che mi occupo di gioco non ho mai visto infatti fare file per giocare al Lotto (ad eccezione di due situazione riguardati entrambi il numero 53 che raccolse, per ritardi importanti, molte giocate su Venezia e la ruota Nazionale) o al SuperEnalotto (ad eccezione del boom di interesse ma parliamo di tanti anni fa) . Il due concorsi hanno tre estrazioni alla settimana e quindi le giocate ed i giocatori vengo diluiti nel tempo e non hanno motivo di fermarsi nelle ricevitorie per aspettare un risultato che ci sarà comunque la sera alle 20. Quindi rischio di assembramento molto limitato. Una decisione che ha sorpreso perché mentre i media vanno nella direzione contraria, cercando di offrire programmi leggeri, dei diversivi alla depressione ed allo stress da isolamento, lo Stato ha deciso di togliere dell’intrattenimento. Si sarebbe potuta cercare una soluzione diversa, tipo offrire il gioco anche solo una volta alla settimana (come avveniva anni fa), oppure fare tutte le estrazioni in una sola sede risparmiando due squadre di funzionari e forze dell’ordine. Invece stop senza se e senza ma. Ovviamente anche i funzionari e dipendenti dei Monopoli hanno diritto a tutte le tutele del caso. Ma loro, come i tecnici, intrattenitori e presentatori radio e tv, hanno la grande possibilità di offrirci quel pensiero positivo, quell’attimo di normalità dove la voglia di reagire torna a galla. Il dottor Raffaele Morelli, famoso psichiatra, psicoterapeuta, filosofo e saggista, ha sottolineato come: “Il pensiero fisso sul virus indebolisce il sistema immunitario e ci rende quindi più vulnerabili al virus stesso. In questo periodo si deve occupare la mente con altre cose”. E quindi non c’è alcuna mancanza di rispetto verso persone o fatti se per qualche minuto si occupa la mente con un pensiero diverso. Per questo Barbara D’Urso, Fiorello, il Grande Fratello, il gioco del Lotto e del SuperEnalotto sono (nel caso dei due giochi “erano”) i nostri “supermercati”, dove metterci in fila per comprare un momento di serenità.

Fabio Felici

Nota: ringrazio l’amico Emilio Zamparelli per il fondamentale supporto storico