Austria, due operatori chiedono all’UE 110 milioni. “Non ha attuato la CEDU, impossibile disapplicare tasse vessatorie”

Due compagnie austriache si rivolgono al Tribunale dell’UE per ottenere dalla Commissione e dall’Unione Europea un risarcimento di oltre 110 milioni di euro. In sostanza la GmbH e la Casino-Equipment Vermietungs GmbH accusano le istituzioni comunitarie di non aver introdotto – come prevede la Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo – uno strumento di riesame o un mezzo di impugnazione, ogni volta che i giudici nazionali non rinviano alla Corte di Giustizia Europea una questione. “L’omessa attuazione” si sostiene nel ricorso, “delle disposizioni della CEDU e della Carta volte all’introduzione di un mezzo di impugnazione efficace avrebbe illegalmente e colposamente arrecato alle ricorrenti un danno di almeno 110.836.927,73 euro”. Le due compagnie, infatti, non sono state “giuridicamente in grado” di chiedere la disapplicazione di alcune norme nazionali contrarie al diritto comunitario, ovvero “le disposizioni tributarie nazionali del Glücksspielgesetz (legge sul gioco d’azzardo), che determinerebbero obblighi tributari di importo più volte superiore al fatturato maturato nel medesimo periodo. rg/AGIMEG