Tribunale di Milano: “Fasce orarie da sole non servono a combattere le ludopatie”

Non c’è nessuna prova che dimostri l’efficacia delle fasce orarie fissate dal Comune di Milano per contrastare la ludopatia, al contrario è emersa la loro “insufficienza, se non inutilità, in difetto di altri e più incisivi interventi a tutela della salute dei cittadini”. L’ordine di rispettare le fasce orarie è quindi “inidoneo alla tutela degli interessi collettivi dei consumatori”. Lo scrive il Tribunale di Milano respingendo la richiesta del Codacons contro un operatore che gestisce quattro sale slot in città, secondo l’associazione dei consumatori la sala non avrebbe rispettato le fasce orarie – dalle 9 alle 12 e dalle 18 alle 23 – per l’accensione delle slot fissati con un’ordinanza sindacale del 2014. Per il Tribunale però non è dimostrato che “la limitazione dell’orario di funzionamento degli apparecchi così come disposta con l’ordinanza sindacale sia effettivamente idonea a incidere in senso positivo sul fenomeno della ludopatia, limitandolo o riducendone la diffusione”. Il giudice ha inoltre sottolineato che le sale hanno rispettato lo stop di 6 ore al giorno fissato nell’accordo siglato da Stato e Regioni nel 2017. In sostanza quindi anche per il Tribunale di Milano, quindi – come già aveva affermato il Tar Lazio decidendo di regolamenti dei Comuni di Anzio e Guidonia – gli enti locali dovrebbero rispettare i limiti fissati nell’intesa di due anni fa. lp/AGIMEG