Tar Toscana difende le fasce orarie di Firenze: “Anche accordo Stato Regioni prevedeva stop di 6 ore”

Il Tar Toscana boccia una serie di ricorsi intentati contro le fasce orarie che il Comune di Firenze ha adottato per limitare la diffusione del gioco. Il Comune in particolare ha importo di spegnere a bar, tabaccherie, ristoranti, agenzie di scommesse, sale bingo le slot dalle 13 alle 19, la sale da gioco invece devono chiudere i battenti dalle 18 a mezzanotte. In entrambi i casi quindi viene previsto uno stop di 6 ore al giorno che, secondo il Collegio, non comprime eccessivamente la libertà economica delle sale. Del resto, l’Intesa siglata da Stato e Regioni nel settembre 2017 – anche per limitare il potere di intervento delle Amministrazioni Locali – consentiva ai Comuni di imporre delle fasce di chiusura fino a ore al giorno. “E’ vero che alla suddetta Intesa non può riconoscersi un carattere cogente” scrive il Tar riferendosi al fatto che il Ministero non abbia trasposto l’accordo in un decreto, “tuttavia essa rappresenta la dimostrazione di una non abnormità della previsione di chiusura o spegnimento stabilita dal Comune di Firenze”.
Secondo il Tar, inoltre, non si può sostenere che il Comune non abbia condotto un’adeguata istruttoria prima di adottare il provvedimento. Il Collegio ricorda infatti di aver annullato la precedente ordinanza del Comune di Firenze proprio per carenza di istruttoria, il nuovo provvedimento è stato così adottato “in esito alla valutazione di una serie di apporti istruttori, e in particolare della relazione del Dipartimento di Scienze della Salute dell’Università di Firenze, trasmesso all’Amministrazione comunale in data 9 ottobre 2017, che appaiono idonei ad evidenziare una situazione di particolare diffusione del gioco sul territorio comunale, tale da destare giustificata preoccupazione nell’Amministrazione comunale”. rg/AGIMEG