Tar Campania riapre sala che aveva violato le fasce orarie. “Precedenti commessi in altri Comuni”

Il Sindaco e la Questura hanno il potere per disporre la chiusura di una sala da gioco che viola ripetutamente le fasce orarie, ma nel provvedimento non possono far leva su violazioni commesse dal titolare della sala in un altro comune. E’ in sostanza quanto afferma il Tar Campania, sezione staccata di Salerno, nella sentenza in cui accoglie il ricorso di una sala Vlt contro il provvedimento di chiusura per 15 giorni adottato dal Comune di Avellino. Il Collegio in primo luogo ricorda che ormai la giurisprudenza amministrativa ha riconosciuto pacificamente il potere dei Comuni di adottare fasce orarie sul gioco per arginare il fenomeno delle dipendenze. E quindi afferma che la chiusura sia una sanzione proporzionata di fronte a una ripetuta violazione delle fasce orarie. La sola sanzione economica potrebbe infatti non avere alcun effetto: “fatalmente sarebbe agevolata una logica strettamente economica del rapporto costi/benefici, sicché il medio concessionario o titolare di sala giochi o degli apparecchi con vincite in danaro sarebbe facilmente indotto ad assumere il rischio e il relativamente tenue costo per la violazione dell’ordinanza sindacale consistente nel solo pagare la sanzione amministrativa (di importo mediamente assai contenuto) a fronte di un più elevato guadagno”. Ma il Tar annulla poi il provvedimento della Questura per un difetto di motivazione, dal momento che le violazioni precedenti sarebbero state commesse in un altro Comune: “le precedenti violazioni commesse dal ricorrente, anche citate nel provvedimento de quo, si fondano su episodi verificatesi in altri comuni e nella vigenza di un diverso quadro normativo, senza che dagli stessi possa desumersi un quadro motivazionali da cui emerga un pericolo per la pubblica incolumità tale da giustificare l’applicazione di una sanzione amministrativa superiore” a quella pecuniaria. lp/AGIMEG