Slot truccate, Cassazione: Non è semplice frode informatica, c’è anche l’aggravante

Si può riconoscere la frode informatica aggravata dall’aver agito come operatore di sistema a chi altera le slot per nascondere parte delle giocate al Fisco. Lo afferma la Seconda Sezione della Corte di Cassazione nella sentenza con cui respinge il ricorso intentato dalla titolare di una società di noleggio e istallazione. La donna aveva censurato – tra le altre cose – il riconoscimento dell’aggravante, sostenendo appunto che non poteva essere qualificata come un operatore di sistema, visto che non era un dipendente dei Monopoli. MA la Suprema Corte è di diverso avviso: ” l’imputata non si limitava a installare le slot machine attraverso la allocazione materiale presso i vari locali pubblici, ma interveniva affinché le macchine potessero funzionare attraverso l’introduzione di apposite schede informatiche da lei stessa fornite e che dovevano essere all’uopo predisposte, oggetto della decisiva alterazione dei meccanismi in base ai quali era stato percepito il profitto”. La donna quindi aveva la “possibilità di operare direttamente sui programmi delle macchine, per permetterne il corretto funzionamento e la registrazione a fini fiscali di tutte le giocate. Ella era, dunque, operatrice del sistema, essendo stata autorizzata ad installare anche i software delle macchine attraverso una operazione di configurazione che le aveva permesso di compiere l’illecito” . rg/AGIMEG