Slot, Consiglio di Stato: in decisione 4 ricorsi sul distanziometro milanese. Sentenze entro due mesi

Il distanziometro di Milano torna di fronte al Consiglio di Stato, di fronte alla IV Sezione sono stati discussi questa mattina i ricorsi riguardanti 4 sale scommesse. In primo grado, il Tar Lombardia nel 2015 aveva annullato i provvedimenti con cui il Comune aveva cercato di far chiudere gli esercizi. I casi sono in parte differenti: due dei provvedimenti comunali erano basati sostanzialmente sull’interpretazione della Lombardia del 2013, gli altri invece sul regolamento edilizio – nel frattempo emanato dal Comune – che limitava l’apertura di sale slot e scommesse. Il Tar Lombardia, in primo grado, ha sempre accolto le ragioni delle sale: nei primi casi ha ritenuto che il Comune avesse dato una lettura troppo ampia della Legge Regionale, il distanziometro doveva infatti riguardare solo le sale slot, e non anche le agenzie di scommesse. Negli altri ha annullato il Regolamento Edilizio sostanzialmente sostenendo che il Comune non avesse potere di intervenire con un simile provvedimento. Nel corso dell’udienza di oggi, riferendosi ai primi casi l’avv. Mandarano, legale del Comune di Milano, ha osservato che “la legge regionale fa riferimento al gioco lecito esercitato tramite apparecchi”. In sostanza in questa definizione dovrebbero rientrare anche i terminali per la raccolta delle scommesse. “Del resto nel 2015 la Legge Regionale – successivamente a nostri provvedimenti – è stata modificata per limitare la portata della norma”. Di conseguenza, non ci sarebbe stato motivo di effettuare la modifica, se le sale scommesse fossero state fin da subito escluse.‎ L’avv. Ghia, legale di alcune sale‎, ha invece sostenuto la lettura restrittiva della norma: “la Legge Regionale non dà una definizione specifica di cosa si intenda per gioco lecito esercitato tramite apparecchi, si deve quindi far riferimento quindi alla legge nazionale che con questa definizione si riferisce solo alle slot”. ‎Per quanto riguarda il regolamento edilizio, invece, l’avv. Mandarano ha sostenuto che con la riforma del titolo V della Costituzione, ai Comuni sia stato riconosciuto il potere generale di regolamentare lo sviluppo urbanistico, e la distribuzione dei vari esercizi commerciali. Tra questi, anche le sale da gioco. gr/AGIMEG