Scommesse, Cassazione respinge ricorso contro condanna per intermediazione

La Corte di Cassazione ha respinto un ricorso contro la sentenza della Corte d’appello di Palermo che ha confermato la sentenza dei Tribunale di Trapani del 21 febbraio 2014, con la quale l’imputato era stato condannato, per il reato di cui all’art. 4 della legge n. 401 del 1989 (intermediazione), per avere, in qualità di titolare di un bar, partecipato alla raccolta a distanza senza autorizzazione di offerte di gioco mediante tre apparecchi c.d. “totem”, completi di skill cards, collegati via internet a una piattaforma non autorizzata dall’Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato, e posti nella libera disponibilità dei clienti. Per la Cassazione “indipendentemente dalle caratteristiche tecniche che le macchine avevano o avrebbero dovuto avere, i premi non consistevano nella irrogazione di monetine o altri benefici, quali login, suonerie, consumazioni al bar, né in sconti su prodotti e servizi, né nella possibilità di accedere a giochi sulla piattaforma Internet, ma in somme di denaro che venivano gestite, nella veste intermediario, dall’imputato. E in tale quadro appare del tutto irrilevante la natura dell’attività di raccolta di scommesse formalmente svolta”. lp/AGIMEG