Penali newslot, Hbg e Global Starnet chiedono alla Cassazione di riconoscere la giurisdizione del giudice amministrativo. Pronuncia entro due mesi 

HBG e Global Starnet ‎hanno discusso oggi in Corte di Cassazione il regolamento di giurisdizione, sostanzialmente per bloccare l’operato della Corte dei Conti. Le due concessionarie degli apparecchi da intrattenimento circa due anni fa sono infatti state condannate dal giudice contabile (in appello) a pagare sanzioni rispettivamente per 72 e 335 milioni di euro per il danno erariale causato allo Stato per i ritardi con cui hanno allestito la rete delle slot. Le compagnie però – che già erano comparse di fronte alla Cassazione nel 2009, e la Suprema Corte allora aveva riconosciuto che la giurisdizione spettasse alla Corte dei Conti – hanno sollevato nuovi dubbi sui poteri del giudice contabile.
In sostanza, sulla vicenda sono partiti due giudizi, uno di fronte al giudice amministrativo (che riguardava‎ le penali comminate dai Monopoli per i ritardi con cui venne creata la rete delle slot, a partire dal 2004, e quindi in pratica sul presunto inadempimento contrattuale), e uno di fronte al giudice contabile (che riguardava invece il danno erariale creato con quegli inadempimenti, e dovuto in pratica al mancato controllo del gioco lecito, all’impossibilita di contrastare l’offerta illegale, e allo sperpero di risorse publiche).
Nel 2011 il Consiglio di Stato, il giudice amministrativo, ha riconosciuto le concessionarie incolpevoli (il progetto era stato giudicato faraonico, e le compagnie avevano incontrato una serie di ostacoli non prevedibili all’inizio; inoltre anche nel comportamento delle Amministrazioni erano state ravvisate delle pecche).  Il Consiglio di Stato ha annullato quindi le penali comminate dai Monopoli di Stato.
La sentenza d’appello della Corte dei Conti è invece arrivata nel 2015, e le concessionarie in questo caso sono state condannate a versare sanzioni per‎ 335 milioni (Global Starnet) e 72 milioni (HBG).
Il Procuratore della Corte di Cassazione nell’udienza odierna ha ricordato la prima pronuncia della Suprema Corte, ribadendo che i due giudizi hanno oggetti diversi, uno riguarderebbe l’inadempimento contrattuale, l’altro il danno erariale.‎ Inoltre, ha spiegato che per bloccare l’azione del giudice contabile, era necessario che la sentenza amministrativa fosse passata in giudicato. Nel caso delle concessionarie slot invece, il giudizio amministrativo non era ancora stato avviato quando la Procura contestò per la prima volta il danno erariale.
Le concessionarie sostengono che la Corte dei Conti si sia sostanzialmente sovrapposta al Consiglio di Stato. Entrambi i procedimenti comunque avrebbero natura sanzionatoria, e quindi il giudice contabile avrebbe violato il principio del ne bis in idem. ‎Ancora, per le concessionarie la Corte dei Conti  avrebbe annullato di fatto la portata della sentenza amministrativa, visto che comunque i fatti contestati da cui originano le sentenze sono gli stessi, e il Consiglio di Stato ha “assolto” in toto le compagnie. E di conseguenza ‎avrebbe superato i limiti posti dalla Corte di Cassazione nel 2009. Per le concessionarie, ancora, la Corte dei Conti avrebbe modificato nella sentenza i capi di accusa formulati dalla Procura (proprio per non sovrapporsi al Consiglio di Stato), di fatto violando il principio di imparzialità del giudice. Le concessionarie hanno anche chiesto il rinvio alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo per verificare che siano stati violati i principi del giusto processo (come quelli del legittimo affidamento e della ragionevolezza delle sanzioni). La pronuncia della Cassazione potrebbe arrivare nell’arco di due mesi. gr/AGIMEG