Operazione Tisifone, imponevano monopolio slot a Isola Capo Rizzuto. Cassazione conferma la custodia cautelare per vertice cosca

Resta in carcere uno degli indagati dell’operazione Tisifone, ritenuto dagli inquirenti una delle figure di spicco della cosca ‘ndranghetista dei Capicchiano di Isola di Capo Rizzuto. La Quinta Sezione Penale della Corte di Cassazione ha respinto il ricorso contro la custodia cautelare in carcere, l’uomo viene chiamato a rispondere di una serie di delitti, in particolare avrebbe anche imposto a diversi esercizi della zona di istallare le slot della propria società di noleggio, e di rimuovere quelle della concorrenza. La Cassazione sottolinea che il Tribunale di Catanzaro, nel disporre la custodia cautelare in carcere, ha fatto leva su una serie di intercettazioni da cui emergono “condotte intimidatorie compiute dal prevenuto per imporre la collocazione delle slot machine della famiglia Capicchiano o per far rimuovere quelle di altri”. E ancora, “I Capicchiano, avvalendosi della forza intimidatrice della famiglia di appartenenza, esercitano l’attività di noleggio delle slot machine in regime di “forzato” monopolio, imponendo la collocazione delle loro “macchinette” negli esercizi pubblici del territorio (Piscitelli, fratelli Riillo, Scerbo Dario e Scino Elio)”. E ancora, “Risaltano in maniera chiara la personalità sopraffattrice del soggetto agente, le circostanze ambientali, l’ingiustizia del profitto consistente nei ricavi percepiti dalla installazione delle slot machine, le particolari condizioni oggettive delle vittime, alle quali non viene riconosciuta facoltà di scelta”. rg/AGIMEG