Le fasce orarie di Alessandria finiscono al Consiglio di Stato. Sentenza attesa per la fine dell’estate

Consiglio di Stato, è stato mandato in decisione il ricorso intentato da una sala da gioco contro le fasce orarie adottate dal Comune di Alessandria nel 2016. Il capoluogo piemontese ha consentito l’apertura delle sale da gioco per 14 ore al giorno, dalle 9 alle 2 del mattino, con una pausa di tre ore tra le 12 e le 15. il Tar Piemonte in primo grado – la sentenza è del luglio 2017 – ha respinto il ricorso della sala. Nonostante in una serie di leggi chiedessero misure per limitare la diffusione delle ludopatie – sottolineava il Tar – il legislatore nazionale è rimasto sostanzialmente inerme, spingendo Regione e Comuni a intervenire. La normativa regionale peraltro aveva passato era stata riconosciuta come legittima dalla Corte Costituzionale nel 2014, e la stessa Consulta nel 2017 ha nuovamente riconosciuto ai Sindaci il potere di adottare fasce orarie e distanze minime per contrastare le ludopatie. E quindi il Tar, prendendo in esame le fasce orarie di Alessandria, ha sottolineato che “una riduzione di orario imposta di sole tre ore in una intera giornata di apertura, come previsto dalla legge regionale piemontese, non può dirsi violare qualsivoglia principio di proporzionalità. E ancora, ” l’ordinanza impugnata ha solo adottato, nei confronti delle sale giochi, la misura minima prescritta dalla legge regionale”. Si attende adesso la sentenza del Consiglio di Stato che arriverà presumibilmente entro il termine dell’estate. gr/AGIMEG