Giochi, Avvocato Generale CGE: Sistema ungherese contrario a diritto UE, Unibet non può essere sanzionata se lo viola

“L’articolo 56 del TFUE è contrario a una normativa nazionale” come quella ungherese “che teoricamente consente a un operatore di gioco – stabilito in un altro Stato Membro – di ottenere una licenza, ma di fatto ne impedisce il rilascio perché discriminatoria o non proporzionale e trasparente”. Sono le conclusioni a cui giunge l’avvocato generale della Corte di Giustizia Szpunar sulla causa che vede contrapposti Unibet alle autorità ungheresi. La questione pregiudiziale è stata sollevata nel gennaio 2016, sostanzialmente l’operatore lamenta il fatto che l’Ungheria abbia sì adottato una normativa sui giochi, e previsto il rilascio di licenze a tutti gli operatori comunitari, ma poi non abbia mai indetto nessuna procedura per autorizzare la raccolta. “La situazione legale non è chiara” spiega Szpunar, “viste le evoluzioni nel quadro normativo. In una simile situazione un operatore non ha la possibilità di prepararsi a una gara e di regolare la propria strategia. Inoltre, anche qualora Unibert avesse partecipato a una procedura, difficilmente avrebbe potuto prevederne l’esito, vista l’ampia discrezionalità riconosciuta all’autorità competente. Come emerge dal quadro normativo, il Ministero competente non ha alcun obbligo di emettere la licenza, una volta che le condizioni richieste siano state soddisfatte. In altre parole, c’è una forte mancanza di trasparenza sotto diversi aspetti”. La conseguenza è che le autorità ungheresi non possono sanzionare chi non rispetta il quadro normativo: “Per costante giurisprudenza” prosegue Szpunar, “la Corte di Giustizia ha affermato che non possa essere sanzionato l’operatore che viola una normativa nazionale sui giochi contraria all’art. 56 del TFUE. Questo vale sia per le sanzioni penali che per quelle amministrative”. Le conclusioni degli Avvocati Generali rappresentano un parere autorevole che aiuterà la Corte a dirimere la controversia, ma non sono vincolanti per i giudici. Si attende adesso la sentenza definitiva che potrebbe arrivare nell’arco di alcuni mesi. gr/AGIMEG