Distanze, il Comune di Lecce fa dietrofront e ammette: le scuole di danza non sono un luogo sensibile

Il Comune di Lecce ammette l’errore e riconosce che una scuola di danza non può essere considerata un luogo sensibile. Al centro della vicenda una sala scommesse e vlt del capoluogo pugliese cui il Comune aveva intimato la chiusura, appunto perché non in regola con le distanze. Il luogo sensibile in questione era una scuola di danza, ritenuto in sostanza un centro di aggregazione giovanile. La sala aveva però impugnato il provvedimento di fronte al Tar che immediatamente – a marzo scorso – lo aveva sospeso, prima con un decreto del Presidente, e poi con ordinanza collegiale. In quest’ultima, in particolare aveva definito come “fondate e assorbenti” le obiezioni sollevate dalla sala, spiegando che la legge della Puglia sul gioco “non sembra (…) includa nel novero dei  “luoghi sensibili” anche le associazioni private (sia pure svolgenti attività rivolte a fasce di età giovanile)”. Anche perché altrimenti in caso contrario si renderebbe “oltremodo gravoso ed eccessivamente ampio il divieto in questione”, e si potrebbero verificare “esiti “paralizzanti” dell’attività economica de qua, come quella svolta dalla ricorrente (comunque, lecita), con i conseguenti possibili profili di incostituzionalità della disposizione regionale medesima”. Censure che hanno evidentemente convinto il Comune di Lecce: a aprile l’amministrazione ha infatti revocato in autotutela l’ordine di chiusura, come spiega adesso il Tar che dichiara cessata la materia del contendere. rg/AGIMEG