Consiglio Stato respinge la richiesta di risarcimento di una sala Vlt, chiusa a causa del distanziometro

Il Consiglio di Stato ha respinto la richiesta di risarcimento del danno avanzata da una sala Vlt di Pieve a Nievole, Pistoia, costretta a chiudere i battenti a causa del distanziometro adottato dal Comune. La sala aveva ottenuto la licenza di pubblica sicurezza nel 2015, nel provvedimento però si specificava che l’esercizio doveva essere in regola con le distanze. Il Comune a pochi mesi di distanza intimava la chiusura della sala, i locali infatti non rispettavano le distanze minime da due luoghi sensibili. A quel punto, il titolare ha intentato il ricorso al Tar Toscana, ma i giudici amministrativi hanno confermato la legittimità del provvedimento. La sala ha quindi intentato appello, ma nel frattempo ha chiuso (tanto che negli stessi locali si è insediata una nuova attività), il ricorso è rimasto in piedi quindi per la sola richiesta di risarcimento del danno. Anche la Quinta Sezione del Consiglio di Stato tuttavia ha respinto tutte le tesi della ricorrente, a iniziare dalla richiesta di rimettere alla Corte Costituzionale il conflitto tra le norme statali, e la legge regionale della Toscana. Richiamando la sentenza della Consulta del 2017 sulla legge regionale della Puglia, i giudici di Palazzo Spada hanno infatti sostenuto che la Toscana abbia pieno potere di adottare la normativa in questione, visto che interviene su una materia – la tutela della salute, e non l’ordine pubblico – su cui ha una competenza concorrente con lo Stato. Essendo legittimo l’intervento della Regione, cadono pertanto i presupposti per la richiesta di risarcimento. rg/AGIMEG