Cassazione, non c’è l’aggravante della destrezza nel furto di Gratta e Vinci dalla cassa di un bar

Non c’è l’aggravante della destrezza per il ladro che sottrae dei Gratta e Vinci in un bar approfittando della distrazione del cassiere. Lo ribadisce la Quarta Sezione Penale della Corte di Cassazione accogliendo il ricorso con cui l’imputato puntava a far cadere l’aggravante. La Cassazione ricorda infatti che l’aggravante ricorre quando “l’agente riesce a porre in essere tutte le cautele necessarie per evitare che la persona offesa si renda conto di quanto sta avvenendo”. E ancora, precisa che “ciò che caratterizza la destrezza è la circostanza che l’agente si avvalga di una sua particolare abilità per distrarre la persona offesa, per indurla a prestare attenzione ad altre circostanze o, in sintesi, per attenuare comunque la sua attenzione difensiva contro gli atti di impossessamento della cosa”. Nel caso preso in esame, invece, questi elementi non ricorrono: gli stessi giudici di merito hanno infatti riconosciuto che “l’imputato si fosse impossessato della refurtiva, esposta accanto alla cassa del bar, mentre l’addetta al bancone era impegnata presso la macchina del caffè, nascondendo all’interno di un giornale i biglietti «gratta e vinci» che aveva sottratto. Tale condotta è caratterizzata, contrariamente a quanto affermato dal giudice di appello, dalla mera elusione della vigilanza sulla cosa e dalla semplice temerarietà di cogliere un’opportunità favorevole in assenza di controlli”. lp/AGIMEG