Cassazione: “Le vincite alle scommesse non possono giustificare un reddito eccessivo”

Le vincite alle scommesse non possono giustificare un reddito eccessivo. Lo afferma la Sesta Sezione Penale della Corte di Cassazione respingendo il ricorso intentato da Guido Casamonica contro il provvedimento con cui il Tribunale di Roma ha imposto la misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza con obbligo di soggiorno nel Comune di Roma. Per giustificare il proprio elevato redditto, Guido Casamonica – che di mestiere fa il suonatore di fisarmonica – ha prodotto anche una “numerosissimi” scontrini vincenti alle scommesse. Già la Corte territoriale non aveva ritenuto plausibile questa giustificazione: “le allegate, numerosissime vincite non possono considerarsi integralmente costitutive di reddito, posto che ad esse corrisponde, secondo l’idquod plerumque accidit – ciò che accade di solito, NdR – anche un numero ignoto di scommesse non vincenti”. In oltre la Cassazione sottolinea che gli attestati di riscossione delle vincite vengono “rilasciati sulla base di presentazione di ricevute non nominative”, pertanto “certificano la sola percezione della somma, ma non il giocatore vincente, che potrebbe averle cedute, anche dietro corresponsione di danaro”. lp/AGIMEG