Cassazione: E’ reato aprire un account con i dati di un’altra persona, anche se d’accordo

Chi usa le generalità di un’altra persona per aprire un account di gioco – o un qualunque altro account su internet – commette il reato di sostituzione di persona, a prescindere dal fatto che la persona che ha “prestato” i dati fosse consenziente o meno. Lo afferma la Quinta Sezione Penale della Corte di Cassazione confermando la condanna disposta in appello nei confronti dell’uomo. Questi aveva provato a sostenere che non ci sarebbe stato alcun reato, proprio per il fatto che l’intestatario dei dati fosse consenziente; inoltre non si sarebbe concretizzato nessun danno, dato che gli altri utenti non conoscevano l’identità dell’intestatario, e quindi non “avrebbero potuto fare un particolare affidamento sullo sconosciuto interlocutore”. Per la Cassazione, tuttavia, il reato “si perfeziona nel momento in cui il soggetto si sostituisce ad altro o usa false generalità”. E non ha importanza appunto l’eventuale accordo con il titolare dei dati: “ciò che rileva, e che la norma intende perseguire, è la creazione di un’apparenza nei rapporti tra le persone, idonea a trarre in inganno, realizzata con la finalità di trarsi un vantaggio o di recarsi danno”. rg/AGIMEG