Cassazione conferma la condanna di Semeraro. “Nessuna scommessa sul match truccato”, ma la Corte nega nuovo esame

La Terza Sezione Penale della Corte di Cassazione conferma la condanna disposta nei confronti di Pierandrea Semeraro, ex presidente del Lecce Calcio: la Corte d’appello di Bari nel 2017 gli aveva inflitto la pena di un anno e sei mesi di reclusione (poi sospesa) per aver truccato il match con il Bari del 15 maggio 2011. Nel processo, Semeraro ha provato a fornire una diversa ricostruzione dei fatti, sostenendo che la partita si fosse svolta regolarmente. In particolare, la difesa dell’ex presidente ha sostenuto che fosse illogico non aver piazzato nemmeno una scommessa su un match che era già stato combinato. La Cassazione, tuttavia, ha obiettato che in questo modo dovrebbe “svolgere un terzo grado di merito, ossia a sostituire la valutazione, non manifestamente illogica né contraddittoria dei giudici di merito, a quella proposta dalla difesa in quanto più favorevole agli assunti del ricorrente”. Con la stessa sentenza è stata invece annullata con rinvio la sentenza di assoluzione nei confronti di Marcello di Lorenzo, amico dell’ex calciatore biancorosso Andrea Masiello che avrebbe fatto da tramite per organizzare la combine. La Corte di Appello lo aveva prosciolto – per non aver commesso il fatto – sostenendo che sarebbe intervenuto solo successivamente. La Cassazione però ha rilevato che “Di Lorenzo, pur essendo venuto a conoscenza del pactum sceleris in un momento successivo alla sua ideazione (…) avrebbe potuto estraniarsi nella fase successiva, scegliendo quindi di non accompagnare gli imputati all’Hotel” dove si è svolto l’incontro con Masiello. E ancora, “Di Lorenzo risulta aver partecipato alla spartizione della somma di denaro frutto dell’accordo illecito, insieme ai compagni i quali hanno ciò confermato espressamente e unanimemente, ciò rappresenta indice inequivocabile del contributo concorsuale dell’imputato”. rg/AGIMEG