Cassazione, annullato provvedimento per arresti domiciliari del Tribunale di Catanzaro

“L’ordinanza del Tribunale non dà contezza della concreta verifica dei requisiti indispensabili ai fini della condotta in ‘concorso esterno’ oggetto di contestazione”. Con questa motivazione la Cassazione ha annullato il provvedimento del Tribunale di Catanzaro nei confronti di Francesco Martiradonna per il reato di associazione mafiosa contestatogli in relazione a condotte poste in essere nell’ambito dei rapporti intrattenuti dalla società maltese Centurìon Bet da lui gestita con la Kroton Games. I Supremi Giudici hanno evidenziato come “le comunicazioni captate avevano consentito di accertare che Martiradonna, gestendo illecitamente con la Kroton Games la raccolta delle scommesse e a tal fine interfacciandosi con Di Gennaro Raffaele e Romano Francesco e Salvatore, affiliati al clan Arena, fosse consapevole dell’interesse di tale clan a quell’attività, palesandosi l’intervento del boss Arena Pasquale dietro le relazioni intessute”, ma il Tribunale di Catanzaro nell’affrontare tale questione “aveva omesso di riportare l’intero contenuto della conversazione in data 8 gennaio 2014 fra Di Gennaro e Martiradonna, che in realtà dimostrava come quest’ultimo fosse invece indisponibile ai desiderata di Arena”. Le restanti conversazioni attestavano infatti solo che “Martiradonna nell’esercizio dell’attività commerciale di cui trattasi aveva allacciato da tempo rapporti con Di Gennaro pervenendo con lui ad accordi per la gestione delle scommesse, dai quali lo stesso Martiradonna cercava poi di sottrarsi per la loro non convenienza, senza che però in tale contesto di interlocuzioni comparisse Arena Pasquale. Dagli stessi dialoghi emergeva inoltre che le due società per effetto delle relazioni fra loro intercorse non avevano implementato i rispettivi volumi di affari e tantomeno erano derivate forme egemoniche di controllo riferibili alla Kroton. Sicché, non poteva che risultare asseverato quanto sostenuto da Martiradonna circa la sua ignoranza all’epoca di qualsiasi interferenza mafiosa”. lp/AGIMEG