Beta 2, Cassazione conferma la custodia cautelare per il referente del business delle scommesse

La Sesta Sezione Penale della Corte di Cassazione ha confermato la custodia cautelare in carcere per un affiliato al clan Santapaola-Ercolano, che gestiva per l’organizzazione una società attiva nel settore delle scommesse e degli apparecchi, e raccoglieva giocate sia attraverso la rete legale, sia attraverso quella illegale. L’organizzazione è stata disarticolata con l’inchiesta Beta 2 che nell’ottobre 2018 ha portato all’arresto di 8 persone. Per la Cassazione, l’ordinanza con cui il Tribunale di Messina ha disposto le misure cautelari è sostanzialmente priva di vizi: “il ricorrente non ha individuato passaggi o punti della decisione tali da inficiare la complessiva tenuta e coerenza del discorso”. In particolare questo provvedimento dà conto di “plurime emergenze investigative” come le intercettazioni confermate poi dalle “dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia Biagio Grasso”. In particolare, è emerso che il clan “aveva creato una rete di esercizi affiliati ove erano collocate le macchine da gioco e raccolte le scommesse, gestite anche tramite piattaforme informatiche non autorizzate”; che l’uomo aveva “stretti rapporti” – per il settore dei giochi – con Vincenzo Romeo, nipote del Santapaola, e reggente del clan, il quale “svolgeva un ruolo di riferimento, avvalendosi di imprese e concessioni intestate a prestanome;il gruppo infine in parallelo all’attività lecita, “ne gestiva proficuamente una illecita utilizzando macchine illegali, sì come sintomaticamente evidenziato (…) dall’esplicito contenuto delle conversazioni oggetto delle attività di intercettazione”. lp/AGIMEG