Ricerca Nomisma: solo il 5 per cento dei ragazzi ha un approccio problematico con il gioco. Luca Dondi (cons. Nomisma): “Importante il ruolo di famiglia e amici”

dal nostro inviato – Bologna. Young Millennials Monitor Nomisma in collaborazione con l’Università di Bologna propone uno strumento di screening internazionale (SOGS-RA) che indaga la presenza di eventuali sintomi capaci di rivelare gli effetti negativi derivanti dal gioco tanto sulla sfera psico-emotiva (ansia, agitazione, perdita del controllo), quanto su quella delle relazioni (familiari, amicali e scolastiche). Secondo questo indicatore, la quota di ragazzi con approccio problematico al gioco è del 5%: per questo target, il gioco d’azzardo si traduce in disagi psico-emotivi o relazionali. Un ulteriore 9% degli studenti, inoltre, è etichettato come ‘a rischio’, ovvero manifesta i primi potenziali segnali di rischio di approccio problematico al gioco, mentre il 33% degli studenti, pur giocando, non evidenzia alcun segnale problematico, ponendosi con un approccio positivo al gioco. Il giocatore maggiormente problematico è maschio, maggiorenne, frequenta istituti tecnici/professionali, ha un rendimento scolastico basso e proviene dalle regioni meridionali, area in cui l’indice raggiunge i valori più alti. Tra gli studenti dell’Emilia-Romagna la quota di giocatori problematici è pari al 4%, più bassa della media nazionale, ma in linea con quella di altre regioni settentrionali. Come sottolinea Luca Dondi – Consigliere Delegato Nomisma ”Osservare comportamenti e opinioni di 11.000 giovani 14-19 anni significa creare uno strumento fondamentale per esplorare e monitorare l’approccio al gioco di azzardo. Le informazioni raccolte da Nomisma-Università di Bologna parlano chiaro: tra i fattori predittivi che influenzano la propensione al gioco non c’è solo il profilo socio-demografico del ragazzo (genere, area geografica di residenza, tipo di scuola frequentata), ma anche le caratteristiche della famiglia di provenienza e del gruppo dei pari frequentato, il rendimento nonché specifici stili di consumo. E se il gioco è spesso un’abitudine occasionale o un divertimento, talvolta ha preoccupanti implicazioni negative sulla vita quotidiana e sulle relazioni familiari: il 36% dei giovani giocatori ha nascosto o ridimensionato le proprie abitudini di gioco ai genitori e il 4% ha derogato ad impegni scolastici e/o familiari per giocare. Grazie a questo prezioso patrimonio informativo, Young Millennials Monitor si pone due obiettivi: innanzitutto mettere a disposizione di istituzioni, operatori economici e famiglie numeri e metodi per valutare i comportamenti di gioco, l’incidenza del gioco problematico e le relative conseguenze in termini assistenziali, nonché garantire una maggior informazione per sostenere azioni di policy in logica di prevenzione e di creazione di consapevolezza”. lp/AGIMEG