Pubblicità Giochi: nel 2017 in calo (-16,4%) i messaggi sottoposti al vaglio dello IAP. Nel mirino i ‘bonus’ e la rappresentazione di forti emozioni legate al gioco. Nei primi 9 mesi del 2017 spesi in pubblicità oltre 45 milioni di euro

Cresce l’attenzione da parte degli operatori dei messaggi pubblicitari legati al gioco. Sono risultati infatti in calo nel 2017 i messaggi relativi al settore giochi e scommesse sottoposti al vaglio preventivo del Comitato di Controllo dello IAP, l’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria. Secondo quanto appreso da Agimeg, lo scorso anno sono stati 66 i messaggi passati per il vaglio preventivo del Comitato di controllo, il 16,4% in meno rispetto ai 79 messaggi dell’anno precedente. Nel 2017 inoltre sono state eseguite 11 archiviazioni a seguito di istruttoria: 9 ritenute non in contrasto con le norme del Codice e 2 a seguito della modifica del messaggio da parte dell’inserzionista, su richiesta del Comitato di Controllo. Sono state invece 7 nel 2016 le archiviazioni: 6 ritenute non in contrasto con le norme del Codice e 1 a seguito della modifica del messaggio da parte dell’inserzionista, su richiesta del Comitato di Controllo. Sempre nel 2016 il Comitato di Controllo dello IAP inviò 4 ingiunzioni riguardanti pubblicità su giornali cartacei e su canali Youtube. I profili di maggior criticità in relazione ai giochi con vincita in denaro, al di là delle singole tipologie, riguardano le scritte in sovrimpressione, che devono risultare chiaramente leggibili. Il riferimento è ai “bonus”, per i quali si devono esplicitare in maniera chiara le modalità e le condizioni per la sua fruizione. Grande attenzione anche alla rappresentazione “filmica”, che non deve associare il gioco a forti emozioni o mostrare situazioni di gioco incontrollato. Contattata da Agimeg, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (AGCOM) ha fatto sapere che ad oggi non ci sono dati sulle sanzioni, in quanto non sono stati mai avviati procedimenti sanzionatori nei confronti di pubblicità sui giochi. I procedimenti non sono stati avviati perché non c’è stato, finora, riscontro di violazione sulla base dei criteri di monitoraggio derivanti dal decreto attuativo dei Ministeri dello Sviluppo Economico e dell’Economia e delle Finanze.
Nei primi nove mesi del 2017 la spesa degli operatori negli investimenti pubblicitari nei giochi è stata sostanzialmente stabile. Tra gennaio e settembre 2017 sono infatti stati spesi 45,9 milioni di euro, un dato in crescita dell’1,8% rispetto ai 45,1 milioni dello stesso periodo del 2016, secondo uno studio Agimeg sui dati elaborati dalla Nielsen. L’85,7% degli investimenti è stato indirizzato alla Televisione, che ha raccolto 39,4 milioni di euro (+3,8%), ma è la Radio ad aver avuto la crescita percentuale più elevata, con investimenti per oltre 2 milioni di euro (+900%). In calo invece la pubblicità su Giornali (1,5 milioni contro 2,9 milioni) e Periodici (358 mila euro contro 511 mila euro), ma il crollo maggiore è quello di Internet, che ha perso più del 32% degli investimenti, passando da 3,1 milioni dei primi nove mesi del 2016 ai 2,1 milioni di euro dello stesso periodo 2017. I giochi numerici (come Lotto e Superenalotto) hanno registrato nel periodo di riferimento un +5% mentre le scommesse sportive, che da sole inglobano oltre il 45% degli investimenti totali sui giochi, hanno perso un 9% passando 23 a 20,9 milioni di euro. Per promuovere il gioco online, sui complessivi 12 milioni spesi nei primi 9 mesi del 2017, ben 11,6 milioni (il 96%) sono stati indirizzati sulla Televisione, poco più di 200 mila invece su internet (contro i 254 mila euro dell’anno precedente) e circa 230mila su quotidiani e periodici. La spesa nel solo poker online ha sfiorato i 2,2 milioni di euro (+4%), pari a un quinto del totale di tutti i giochi online pubblicizzati. Lotterie (tradizionali e Gratta&Vinci) hanno mosso invece circa 2,3milioni di euro, il +14% rispetto all’anno precedente. Anche in questo caso la Tv fa la parte del leone con quasi 1,7 milioni, mentre è raddoppiata la quota destinata a Internet (da 78 mila a 156 mila euro). cr/AGIMEG