Ludopatie. UNIGIOCO: “Difficile stimare dimensioni del fenomeno”

Le stime in materia di soggetti a rischio e di giocatori patologici, differiscono notevolmente a seconda della loro derivazione, della metodologia di rilevazione adottata e, non di rado, si dimostrano prive di adeguata base scientifica. E’ quanto ha evidenziato la Fondazione UNIGIOCO nel corso convegno “Il gioco tra piacere e responsabilità” .Infatti, la XII Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati, nelle conclusioni dell’indagine conoscitiva sul gioco condotta nello scorso marzo, ha chiesto a tutti gli organismi interessati un esame più approfondito , affinché si possa fare chiarezza sul reale numero dei soggetti investiti da questo fenomeno.

 

Attualmente, risulta difficile persino individuare il confine che intercore tra giocatore “normale”, giocatore “a rischio”, “problematico” o “ludopatico”, o fornire una definizione univoca di tali profili.

 

Chi deve decidere in questo ambito deve potre dosporre di informazioni precise e di dati concreti, e non di analisi approssimative.

 

Il fenomeno si riferisce ad un contesto in espansione. Con 79,9 miliardi di raccolta lora, nel 2011 l0italia è il paese in Europa, dopo l’Inghilterra, dove si gioca di piùed al 5° posto nel mondo.

 

L’industria del gioco è seconda per volume di vendita ad ENI e prima a FIAT: la raccolta ammonta al 4% del PIL e al 5% della spesa di consumo delle famiglie. Le entrate erariali beneficiano di oltre 9 miliardi di euro. In particolare nel 2011 i giochi pubblici hanno registrato una raccolta lorda complessiva di 79,9 miliardi di euro, con un icremento del 30% rispetto al 2010.