Il 2012 si chiude con 1.309 nuove partite IVA nel settore dei giochi e scommesse: -0.91% sul 2011

Sono 62 le nuove partite iva aperte nel mese di dicembre relative ad attività riguardanti lotterie, scommesse e case da gioco. 41,51% in meno rispetto a novembre 2012 e il 26,19% in meno rispetto allo stesso periodo del 2011.

Nel complesso il 2012 si chiude con un totale 1.309 nuove attività appartenenti al comparto del gioco, con una tendenza al -0,91% sul 2011. Lo rende noto il Dipartimento delle Finanze, Osservatorio sulle partite IVA sintetizzando i dati di dicembre 2012.

 

Tra gennaio e dicembre del 2012 sono state aperte circa 549 mila nuove partite Iva; in confronto al 2011 si registra un leggero incremento (+2,2%).

La distribuzione per natura giuridica mostra che i tre quarti delle aperture sono dovute alle persone fisiche, le uniche che, rispetto all’anno precedente, denotano un aumento (+6%); le società di capitali diminuiscono di circa il 6% e le società di persone accusano un calo del 10%.

Riguardo alla ripartizione territoriale delle aperture, il 42,5% di esse è avvenuto al Nord, il 22,7% al Centro ed il 34,7% al Sud ed Isole; il confronto con il 2011 mostra una maggiore vitalità al Centro-Sud, ove solo Calabria e Marche accusano cali moderati di aperture, mentre il Nord-est risulta la macroregione più deficitaria. L’aumento più sensibile è avvenuto in Campania (+9%), la flessione maggiore in Friuli (-5%).

 

Nello scorso mese di dicembre sono state, invece, aperte 23.954 nuove partite Iva; in confronto al corrispondente mese dell’anno precedente si registra una moderata flessione (-6,6%).

La distribuzione per natura giuridica mostra una decisa flessione della quota relativa alle persone fisiche nelle aperture di partita Iva (pari al 58,2%); le società di capitali raggiungono il 30%. Anche in questo mese si registra un sensibile calo di aperture, rispetto al dicembre 2011, relativo alle società di persone (-19,9%), mentre le società di capitali sono le uniche che mostrano segni di vitalità (+1,4%): ciò sembra dovuto alla possibilità, introdotta dalla recente normativa, di avviare società a responsabilità limitata semplificata (Srls) tra under 35 che possono avere anche un solo euro come capitale sociale e società a responsabilità limitata a capitale ridotto.

Riguardo alla ripartizione territoriale delle aperture, circa il 45% di esse è avvenuto al Nord, il 23% al Centro ed il 32% al Sud ed Isole; il confronto con dicembre 2011 mostra che solo pochi territori hanno resistito al calo generalizzato delle aperture: Valle d’Aosta, prov. di Trento e Molise. Di contro, le flessioni più sensibili (oltre il 20% in meno) si registrano in Liguria, prov. di Bolzano e Basilicata.

La classificazione per settore produttivo evidenzia che il commercio continua a registrare il maggior numero di aperture di partite Iva: quasi il 28% del totale, seguito dalle attività legate ad alloggio e ristorazione ed agricoltura, ambedue intorno al 10%. Rispetto al corrispondente mese del 2011, solo il settore dell’istruzione e quello finanziario mostrano incrementi di aperture; agricoltura, costruzioni, energetico ed immobiliare scontano, invece, consistenti flessioni.

Relativamente alle persone fisiche, la ripartizione per sesso è sostanzialmente stabile, con i maschi cui appartiene il 63,5% di aperture di partite Iva. Il 46% delle aperture è dovuta a giovani fino a 35 anni ed il 35% alla classe 36-50 anni. Rispetto al corrispondente mese del 2011, tutte le classi mostrano un calo di aperture, ad iniziare dalla più anziana (-25,4%).

rg/AGIMEG