Abruzzo, è ancora giallo sui fondi per la ricostruzione ricavati dai giochi. Dal 2009 sono 4 miliardi

A cinque anni di distanza dal terremoto che ha colpito l’Abruzzo, nessuno ha dato una risposta chiara su che fine abbiano fatto i fondi che il segmento giochi avrebbe dovuto destinare alla ricostruzione. Non se ne fa menzione nella relazione che il presidente Chiodi, commissario straordinario per la ricostruzione, ha presentato alla fine del proprio mandato nel 2012; i primi cittadini dei comuni interessati e i politici abruzzesi continuano – attraverso interrogazioni parlamentari e denunce sui media – a chiedere a quali soggetti rivolgersi perché queste somme vengano sbloccati. Ultima in ordine di tempo, l’interrogazione al Ministro dell’Economia che la senatrice Stefania Pezzopane (PD) ha presentato nel luglio 2013, e che ancora giace senza risposta. L’ex presidente della provincia dell’Aquila chiedeva in particolare “se risulti a quanto ammontano in totale le risorse derivanti dai giochi del lotto, quante di queste siano state trasferite alle popolazioni terremotate, a quali enti e per quali specifici progetti”. Una risposta in realtà parziale era arrivata dalla Corte dei Conti circa un mese prima – la stessa Senatrice del PD la richiamava – il Procuratore Generale Salvatore Nottola, nel Giudizio sul Rendiconto dello Stato 2012, evidenziava che “Lo Stato ha incassato dal settore video-lotterie almeno 3 miliardi che avrebbero dovuto finanziare la ricostruzione, ma solo 500 milioni sono stati indirizzati per quella finalità”. Ma per fare luce sull’entità delle risorse, bisognerebbe anche chiarire fino a quando i giochi forniranno copertura economica. Nel corso dei lavori parlamentari per la conversione in legge del decreto Abruzzo, secondo quanto riportavano giornali e agenzie di stampa, il settore avrebbe dovuto assicurare 500 milioni per i primi 3 anni, quindi fino al 2011. Per Pezzopane, invece, tale copertura deve protrarsi fino al 2032: “l’articolo 12 del decreto-legge n. 39 del 2009, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 77 del 2009” scriveva ancora nell’interrogazione, “prevedeva che l’Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato del Ministero dell’economia e delle finanze destinasse una percentuale degli introiti derivanti dai giochi del lotto alla ricostruzione della città e dei comuni del cratere, al fine di assicurare maggiori entrate non inferiori a 500 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2009 fino al 2032, e che lo stesso Ministero introducesse anche nuove lotterie ad estrazione istantanea”. L’unico dato certo, al momento, è che il decreto Abruzzo ha consentito il lancio di una serie di nuovi giochi, come videolottery, nuove versioni del lotto e giochi numerici, giochi online, lotterie a consumo, gratta e vinci, la scommessa ippica V7, scommesse in betting exchange. Alcuni però non sono stati ancora introdotti (il betting exchange ad esempio parte in questi giorni) altri sono stati accantonati e forse non vedranno mai la luce (le lotterie a consumo), altri ancora non hanno prodotto i risultati sperati. Insieme questi nuovi prodotti avrebbero dovuto garantire un aumento di gettito di almeno 500 milioni l’anno, rispetto ai 7,7 miliardi generati nel 2008. Se si considera anche il 2013, alla somma stimata dalla Corte dei Conti si deve aggiungere almeno un altro miliardo, di media quindi i giochi avrebbero garantito almeno 800 milioni l’anno. Il migliore contribuente – secondo le stime Agimeg- si sono dimostrate le videolottery, che hanno prodotto un gettito di circa 2,7 miliardi, grazie anche all’una tantum di 850 milioni che i concessionari delle slot hanno dovuto versare per istallare gli apparecchi. Il 10eLotto ha generato circa 8-900 milioni, mentre il WinForLife ha superato i 400. Oltre 130 milioni, infine, sono arrivati dal poker cash e dai casino game. lp/AGIMEG