Asia, allarme sulle scommesse illegali su Russia 2018. Sarà boom per un mercato che già vale 400 miliardi

Cina, Macao, Hong Kong, Corea del Sud: a tre giorni dall’inizio dei Mondiali di Russa 2018, i paesi asiatici lanciano l’allarme sulle scommesse illegali. Praticamente tutti i Paesi in cui c’è un mercato legale delle scommesse stanno intensificando gli sforzi per contrastare il settore sommerso. Per proteggere i propri giocatori, ovviamente, ma anche per salvaguardare il gettito erariale. Il mercato nero asiatico – secondo Transparency International – raggiunge i 400 miliardi di dollari l’anno (vale l’80% di quello globale), e Mondiali spingeranno ancora più in alto le giocate. Ci si attende un volume d’affari nettamente superiore a Brasile 2014 visto che oltretutto le partite si giocano in fusi orari vicini a quelli dei paesi asiatici. A Hong Kong, le scommesse illegali piazzate sui Mondiali potrebbero raggiungere i 68 miliardi di dollari, altri 79 proverranno dalla Corea del Sud, e 6,5 da Singapore. Tutte cifre che fanno impallidire i mercati legali. La maggior parte di questo soldi finirà nelle Filippine dove, nonostante l’opera di contrasto che le autorità stanno portando avanti dal 2016, i bookmaker illegali ancora proliferano. Ma tra i paradisi per gli operatori illegali ci sono anche la Thailandia e la Malesia. Le scommesse illegali oltretutto si avvalgono sempre più delle nuove tecnologie, le giocate transitano ormai sui servizi di messaggistica – come la piattaforma cinese WeChat – e l’utilizzo di cripto-valute è sempre più diffuso. rg/AGIMEG