Catalfo (Min. Lavoro): “Lavoro agile, strumento idoneo ad affrontare la graduale riapertura delle attività”

“Durante la fase emergenziale il ricorso allo smart working è stato lo strumento principale per consentire ai lavoratori di operare in sicurezza. È di tutta evidenza che, a causa delle esigenze di tempestività legate alla gestione dell’emergenza, non vi è stata la possibilità di disciplinare in modo espresso, tantomeno in via negoziale, aspetti di natura organizzativa, tra i quali il diritto alla disconnessione. Proprio a tal fine, è mia intenzione avviare un tavolo di confronto finalizzato a rivedere la disciplina del lavoro agile quale strumento idoneo ad affrontare la graduale riapertura delle attività, nell’ottica di una ratio che porta a innovare la strumentazione lavoristica in capo a imprese e parti sociali nell’organizzazione del lavoro”. E’ quanto ha detto in Aula al Senato il ministro del lavoro e delle politiche sociali Catalfo. Ancora in tema di imprese e lavoro al Senato è stato presentata una mozione dal Gruppo IV-PSI che impregna il Governo: “1) a sostenere le donne lavoratrici per evitare che debbano abbandonare il lavoro, proponendo misure urgenti, anche normative, per consentire loro di riprendere al più presto le attività lavorative e prevedendo, altresì, strumenti di programmazione concreti per la riorganizzazione del sistema scolastico e di ogni servizio alla famiglia; 2) fin dalle prossime settimane della cosiddetta “fase 2”, a favorire la diffusione dello smart working mediante la regolazione del suo utilizzo, attraverso accordi, individuali e collettivi, per garantire che il lavoro a distanza avvenga con modi e forme equilibrate e giuste, soprattutto rispetto al diritto di disconnessione; 3) a prevedere un prolungamento dei congedi parentali di maternità e paternità attualmente riconosciuti, incrementandone il valore, rendendoli paritari e fruibili obbligatoriamente da entrambi i genitori indipendentemente dall’attività lavorativa svolta; 4) a riconoscere bonus per l’acquisto dei servizi di baby-sitting per l’assistenza e la sorveglianza dei figli minori fino a 14 anni di età, indipendentemente dall’attività lavorativa svolta dal genitore; 5) a promuovere il lavoro di cura e, quindi, la figura del caregiver universale (senza distinzione tra uomini e donne) attraverso il riconoscimento del suo valore sia per la società sia monetario, anche prevedendo una retribuzione del lavoro domestico nelle sue diverse forme; 6) a prevedere e proporre un sistema di premialità fiscale per consentire la totale deduzione delle spese sostenute per il lavoro di cura; 7) a promuovere ogni utile iniziativa al fine di sostenere le famiglie anche naturali, monoparentali nella crescita e nell’educazione dei bambini e delle bambine; 8) a rafforzare le misure di sostegno, in termini economici e di servizi, per le famiglie con figli, con disabili o anziani non autosufficienti; 9) a prevedere specifici interventi di sostegno verso le donne impegnate nel lavoro di cura, quali badanti e assistenti delle persone con disabilità; 10) a predisporre un piano nazionale orientato alla riduzione del “digital divide”, che in Italia ancora oggi impatta in maniera prevalente su alcune categorie di donne, in particolare nelle aree più svantaggiate del Paese; 11) a predisporre un piano nazionale dei tempi e degli orari che favorisca la compatibilità tra orario di lavoro ed esigenze derivanti dalla forte riduzione dei servizi, che investiranno prevalentemente le donne lavoratrici, in modo da prevenire possibili comportamenti discriminatori; 12) a valutare l’opportunità di intervenire sulla normativa vigente al fine di individuare una percentuale dei beni confiscati alle associazioni mafiose da destinare ad uso e utilizzo delle imprese femminili, in modo da rafforzare la presenza dell’imprenditoria femminile, contrastare la precarietà del lavoro delle donne, in particolare delle giovani donne e dare slancio alla vocazione femminile; 13) ad adottare, per la prima volta in Italia, una “Strategia nazionale per la parità di genere”, al fine di colmare i persistenti divari di genere nel mondo del lavoro, a livello di retribuzioni, assistenza e pensioni, di sviluppare il pieno potenziale femminile nelle imprese, nella politica e nella società, nonché di conseguire un equilibrio di genere a livello decisionale e politico”, conclude. cdn/AGIMEG