Casinò, allarme per la proposta di Bruxelles di introdurre limitazione dei pagamenti in contanti

L’industria europea dei casinò è pronta a dare battaglia alla proposta di Bruxelles di introdurre norme europee per la limitazione dei pagamenti in contanti. L’associazione europea delle case da gioco h presentato un documento nel quale vendono indicati tutti i rischi legati ad un provvedimento di questo genere tra cui la possibile chiusura di molte case da gioco. Il 2 febbraio 2016 la Commissione ha pubblicato una comunicazione al Consiglio e al Parlamento europeo relativa a un piano d’azione per rafforzare la lotta contro il finanziamento del terrorismo (COM(2016) 50). Tale piano d’azione prevede che “i pagamenti in contanti sono ampiamente utilizzati per il finanziamento delle attività terroristiche (…). In tale contesto, potrebbe anche essere studiata la pertinenza di eventuali limiti massimi ai pagamenti in contante. Diversi Stati membri hanno introdotto divieti per i pagamenti in contante al di sopra di una certa soglia”. Il 12 febbraio 2016 il Consiglio Affari economici e finanziari ha concordato in merito e ha invitato la Commissione a esaminare la necessità di adeguati limiti ai pagamenti in contanti superiori a determinate soglie. Una caratteristica importante del contante à che garantisce l’anonimato delle operazioni. Tale anonimato può dare adito ad abusi. La possibilità di effettuare ingenti pagamenti in contanti facilita in particolare attività di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo a causa della difficoltà di controllare questo tipo di operazioni. Eventuali restrizioni ai pagamenti in contanti sarebbero un mezzo per combattere le attività criminali che comportano ingenti pagamenti in contanti da parte delle reti della criminalità organizzata. Limitare i pagamenti ingenti in contanti, oltre alle dichiarazioni del denaro contante e ad altri obblighi antiriciclaggio, ostacolerebbe le operazioni delle reti terroristiche e altre attività criminali, e avrebbe quindi un effetto preventivo. Inoltre, faciliterebbe ulteriori indagini per individuare le operazioni finanziarie nell’ambito di attività terroristiche. Mentre in un certo numero di Stati membri sono già (o sono state) in vigore restrizioni relative ai pagamenti in contanti come misura di lotta alla criminalità, questo aspetto non è stato affrontato a livello dell’Unione. La frammentazione e la diversità di tali misure possono interferire con il corretto funzionamento del mercato interno. L’obiettivo dell’iniziativa in esame è quindi verificare se l’azione a livello dell’UE sia giustificata e se, a seguito di tale analisi, si debbano prendere misure legislative o di altro tipo. Su questa proposta tra il 28 febbraio 2017 ed il 31 maggio 2017 è stata effettuata una consultazione i cui risultati, in termini di valutazione di impatti, sarà pubblicata nel 2018. Nella maggior parte dei paesi dell’UE i pagamenti in contanti sono limitati dalla legge o limitati dalla pratica. In Islanda, Germania, Lussemburgo, Austria, Slovenia, Lituania, Lettonia, Malta e Cipro non esiste alcun limite. In Norvegia, nessun limite sui pagamenti in contanti per l’acquisto di beni. Tuttavia nei casi in cui l’acquisto di servizi da parte di lavoratori autonomi viene pagato in contati per un importo superiore a 10.000 NOK, il consumatore sarà responsabile congiuntamente e solidalmente con il commerciante se il commerciante non paga le tasse e l’IVA del prezzo di acquisto. In Svezia, nessun limite. Tuttavia, gli strumenti di pagamento accettati possono essere limitati in base a contratti. Un commerciante non è obbligato ad accettare il denaro in pagamento, se la limitazione è indicata chiaramente prima di effettuare la vendita. La Legge sul riciclaggio di denaro obbliga i titolari di diverse categorie di attività a richiedere l’identificazione dei loro clienti, verificando l’origine del denaro e segnalare qualsiasi sospetto di riciclaggio alla Polizia Finanziaria . Tra le aziende obbligate alla segnalazione anche i casinò. In Finlandia, nessuna disposizione di legge costringe ad accettare e sempre il denaro in pagamento. Una società non è obbligata a ricevere una grande quantità di monete (più di 50 monete metalliche per lo stesso pagamento) o una banconota eccezionalmente grande. Se un’azienda accetta pagamenti in contanti, ma limita gli strumenti di pagamento accettabili, i limiti devono essere chiaramente indicati prima di effettuare una vendita. In Danimarca, nessun limite sui pagamenti in contanti per l’acquisto di beni. Una proposta legislativa non ancora adottata può consentire a un venditore di non accettare più i pagamenti in contanti. Tuttavia nei casi in cui l’acquisto di servizi è pagato in contanti ed è superiore a 10.000 DKK (IVA inclusa) – ca. 1340 EUR, un consumatore sarà responsabile congiuntamente e solidalmente con il commerciante se il commerciante non paga le tasse e l’IVA sul prezzo di acquisto. Nel Regno Unito, i consumatori possono effettuare pagamenti in contanti senza limiti. I commercianti, però, devono registrarsi con le autorità fiscali come “Dealers High Value” se accettano pagamenti in contanti oltre i 15.000 euro. Si applicano esclusioni. In Irlanda, nessun limite nella legislazione di riferimento, tuttavia l’uso è limitato nella pratica. Nei Paesi Bassi, nessun limite. Tuttavia, alcune istituzioni e professionisti hanno il dovere di segnalare qualsiasi transazione insolita (inclusa l’identità e altri dati personali della persona interessata). In Belgio, 3.000 euro a partire da gennaio 2014. Ciò vale non solo per l’acquisto di beni, ma anche per i servizi, come i servizi di un agente immobiliare, consulente ICT, ecc. In Francia, 1000 € per residenti fiscali in Francia. 10 000 € per i non residenti che agiscono come consumatori . Fino a quando il consumatore è sotto il limite sopra indicato, il commerciante deve accettare un pagamento in contanti, cioè monete e banconote. Nella Repubblica Ceca, il limite per i pagamenti in contanti è di 350 000 CZK (circa 14 000 €) in un solo giorno. Per quanto riguarda le monete, il limite è di 50 pezzi. Le banconote devono essere accettate senza limitazione; tuttavia, possono essere rifiutate se risultano danneggiate. In Ungheria, nessun limite per i consumatori. Limite di 1,5 milioni di euro (circa 5000 euro / mese) per le persone giuridiche,le associazioni di imprese. Nessun limite per i consumatori. In Slovacchia, le restrizioni per i pagamenti in contanti: pagamenti B2B, C2B e B2C fino a 5000 EUR. In Polonia, il limite di pagamento in contanti in Polonia è di 15.000 euro (circa 62.220 PLN). In Romani, dal 9 maggio 2015 i pagamenti in contanti da singole persone a commercianti sono limitati a 10000 RON / persona / giorno (circa 2260 EUR). In Estonia, la Banca Centrale dell’Estonia e tutti gli enti creditizi che operano in Estonia sono obbligati ad accettare monete e banconote senza limiti. Tutte le altre persone hanno l’obbligo di accettare fino a 50 monete indipendentemente dal valore e dalle banconote senza limiti. In Portogallo, i pagamenti in contanti di beni e servizi tra consumatori e commercianti sono limitati dalla legge che prevede che il pagamento di fatture o documenti analoghi di importo superiore a 1000 EUR debbano essere effettuati sul conto bancario del commerciante con una modalità che consente l’identificazione del destinatario (bonifico bancario, addebito bancario o con controllo nominativo). In Spagna, dal 19 novembre 2012 il limite è di 2500 € (per i residenti in Spagna) e 15000 € (per i non residenti). Se l’importo è superiore il pagamento deve essere effettuato dalla banca di trasferimento. In Italia, la normativa vigente corregge il limite precedete per uso di contanti di 1.000,00 euro e fa lievitare la soglia massima a 2.999,00 €, limite che spesso viene ricondotto ai 3.000,00 euro nel linguaggio comune. Sono queste le nuove introduzioni per la normativa Antiriciclaggio che impongono per importi superiori ai 3.000,00 euro l’utilizzo di metodi che permettano di garantire la tracciabilità del pagamento effettuato. Un limite determinato all’uso del denaro contante è stato imposto a partire dal 6 dicembre 2011. In Croazia, limite di pagamento in contanti: 15 000 €. In Bulgaria, il limite è di 14999 leva (circa 7670 €). Se l’operazione supera questo limite, il consumatore deve pagare tramite una banca. Lo stesso vale anche nel caso in cui il prezzo d’acquisto sia superiore a 15000 leva, anche quando il consumatore non paga il prezzo totale ma una parte di questo. Quindi tutte le parti del prezzo dovrebbero passare attraverso un pagamento bancario. Se il pagamento è in un’altra valuta, il limite di 14.999 leva viene calcolato in base al tasso di cambio della Banca nazionale bulgara alla data del pagamento. In Grecia, i pagamenti in contanti (IVA inclusa) per l’acquisto di prodotti e servizi sono ammissibili fino a 1500 euro. Al di là di tale limite, i pagamenti dovono essere effettuati tramite conti bancari, assegni o carta di credito / debito. lp/AGIMEG