“Nonostante l’elevato flusso di clienti e di denaro le case da gioco italiane spendono più di quello che incassano. Sono in esubero di personale e con stipendi fuori mercato. Per modificare l’attuale stato dell’arte prenderei come modello i casinò dove ho lavorato in Svizzera, Francia o Gran Bretagna; costituirei una Commissione di Gioco e una Polizia dei Giochi, un Albo dei Gestori e degli operatori dei casinò depositato al Ministero degli Interni e poi, ovviamente, liberalizzerei il mercato”. Opinioni chiare e senza troppi giri di parole quelle di Stefano Melani, fondatore e proprietario del Centro Formazione Croupier, la scuola che diploma centinaia di giovani croupier ogni anno e che costituisce un importante punto di riferimento nella formazione professionale di questo settore. Melani racconta ad Agimeg le proprie impressioni sui casinò italiani, anche in considerazione della consolidata esperienza all’estero. “Nella prima e nella seconda Repubblica il divieto di apertura di nuovi casinò era dettato da motivi etici, “moralistici”, direi, nonostante tutte le argomentazioni fallaci poi utilizzate a sostegno della liberalizzazione delle slot, delle lotterie e dei casinò online”, spiega. “Oggi l’opposizione dello Stato è principalmente di natura fiscale: i guadagni che trae dal mercato dei giochi elettronici e telematici archiviano immediatamente il dibattito sui casinò. Certo è che – prosegue Melani – l’inasprimento fiscale previsto dalla legge di Stabilità a carico degli operatori delle slot potrebbe offrire uno spiraglio: l’apertura di nuovi casinò permetterebbe di riconquistare il margine di redditività perduto nel business delle slot. Sarebbe una vera spinta innovatrice all’insegna di una moderna concezione di intrattenimento soprattutto per il rilancio del turismo in località con simile vocazione, che oggi soffrono di più per via della crisi. L’apertura di case da gioco in Italia avvierebbe importanti processi economici in vaste aree del Paese”. Da notare poi, “un altro aspetto positivo che è quello occupazionale: si assicurerebbero tantissimi posti di lavoro con l’indotto. In Inghilterra, per esempio, si cercano migliaia di croupier (ne sono richiesti 1000 nella sola città di Birmingham) offrendo grandi possibilità di lavoro” per i giovani volenterosi. Il Centro Formazione Croupier, pertanto, si pone “in modo critico rispetto ai Casinò italiani e trova invece grandissima risposta dalle multinazionali estere che continuano ad assumere centinaia di giovani italiani qualificati nella nostra struttura. Noi siamo costretti ad obbligare i giovani diplomati croupier ad emigrare per trovare lavoro nei casinò esteri – racconta Melani – perché qui in Italia non c’è alcuna opportunità di impiego”. Il Centro Formazione Croupier garantisce una preparazione professionale e un training tanto valido da offrire grandi soddisfazioni: “il miglior croupier d’Inghilterra 2015 è un allievo del CFC” ci annuncia Melani. “La UK Championship TCS Huxley Official è stata vinta quest’anno, per la prima volta, da un italiano che si è diplomato presso la nostra scuola. Mattia Luchesini è ufficialmente il miglior croupier d’ Inghilterra del 2015 – spiega Melani – Mattia ha iniziato il corso croupier presso il nostro Centro Formazione, quattro anni fa, ha lavorato per London Clubs International, Napoleons, Asper ed ora è al Top Club di Mayfair “Aspinall”. La scuola ha seguito Mattia sin dai primi passi e grazie al suo carattere solare, l’ottima predisposizione a questo lavoro, la passione e le scelte giuste ha conquistato questo importantissimo trofeo, tra i più significativi nel mondo vista l’importanza del mercato inglese. Ora Mattia rappresenterà l’Inghilterra, e il Centro Formazione Croupier ai Campionati Europei dell’ ECA a Nova Gorica, come il miglior croupier britannico”, racconta Melani pieno di entusiasmo. Il suo maestro “è orgoglioso di lui e del Centro Formazione Croupier, la scuola di formazione Leader in Europa”, conclude. im/AGIMEG