Tar Lazio conferma sospensione concessione per il bingo: “Il regolatore ha l’obbligo di prevenire infiltrazioni mafiose in imprese che partecipano a commesse pubbliche”

La titolare di una concessione per il bingo ha fatto ricorso al Tar del Lazio poiché, attraverso un decreto dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, le era stata sospesa a causa del sospetto di possibili infiltrazioni mafiose come è emerso da un’informativa prefettizia. Il Tar del Lazio ha affermato: “l’informativa prefettizia, costituisce una tipica misura cautelare di polizia, preventiva e interdittiva, che si aggiunge alle misure di prevenzione antimafia di natura giurisdizionale e che prescinde dall’accertamento in sede penale di uno o più reati connessi all’associazione di tipo mafioso, per cui non occorre la prova né dei fatti di reato, né dell’effettiva infiltrazione mafiosa nell’impresa, né del reale condizionamento delle scelte dell’impresa da parte di associazioni o soggetti mafiosi. Lo scopo della normativa di cui al d.lgs. n. 490 cit. è prevenire e reprimere sul nascere ogni tentativo di infiltrazione mafiosa nelle imprese che partecipano a commesse pubbliche, annettendosi rilevanza anche a fatti che non concretano di per sé fattispecie penalmente rilevanti, ma che costituiscono o possono costituire le basi o il contesto di verificazione delle stesse”. Il tribunale aggiunge: “Dalla accertata immunità dell’informativa antimafia dai vizi denunciati consegue la piena legittimità dell’operato del regolatore, che ha natura strettamente vincolata rispetto alle risultanze comunicatele dalla Prefettura di Napoli in ordine alla sussistenza di tentativi di infiltrazione mafiosa nella società ricorrente”. Con questa motivazione il Tar del Lazio ha respinto il ricorso e confermato la sospensione della concessione per il bingo. ac/AGIMEG